Il capitolo prende in esame il contributo che Wilkie Collins diede ai numerosi cambiamenti che avvennero nel mondo letterario inglese a partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento. Collins visse e compose le sue opere in un momento di rapida trasformazione delle forme letterarie e del mondo editoriale – una trasformazione legata all’affermarsi di una letteratura di massa e di un mercato editoriale rivolto a classi eterogenee, alla professionalizzazione del ruolo dello scrittore, a un’ibridizzazione dei generi che mise in discussione la ‘purezza’ del gusto estetico e di forme espressive tradizionali. In particolare, Collins svolse un ruolo significativo nello sviluppo di sottogeneri popolari del romanzo, come il sensation novel e il detective novel, non solo attraverso la sua scrittura creativa (in quanto iniziatore delle due tipologie sul suolo inglese) ma anche grazie a riflessioni teoriche compiute in alcune opere non finzionali. Scopo del capitolo è analizzare due gruppi di scritti collinsiani in cui sono rintracciabili le idee innovative, e spesso provocatorie, che l’autore elaborò nel corso della sua carriera. Nello specifico, saranno esaminate le numerose prefazioni apposte ai suoi romanzi e alcuni saggi composti negli anni Cinquanta che inizialmente apparvero sulle riviste dickensiane per essere poi ripubblicati nel volume "My Miscellanies" (1863). Le prefazioni, che a volte anticipano gli attacchi dei recensori, altre volte replicano alle varie accuse di ‘corruzione’ (estetica e morale) mosse a Collins, forniscono utili indicazioni sulle nuove idee che lo scrittore sviluppò in un periodo di circa quarant’anni, riflettendo sui rapporti con il suo pubblico, sulla ricerca di ‘realismo’ narrativo, sulla tendenza dei critici a confondere categorie estetiche e morali, sugli elementi sperimentali da lui introdotti a più livelli nella sua fiction. Si tratta di paratesti che vale la pena di esplorare in dettaglio in quanto, come suggerisce Norman Page, le prefazioni collinsiane “collectively constitute a most interesting body of documents than those of most pre-Jamesian novelists” (Norman Page, "Wilkie Collins. The Critical Heritage"). Altrettanto degni di attenzione sono alcuni saggi che, in tono spesso ironico e di sfida, dimostrano l’attenzione di Collins per questioni editoriali ed estetiche che cominciano ad emergere attorno alla metà del secolo. Se in “Dramatic Grub Street” (1858) l’autore investiga alcune cause socio-economiche del declino qualitativo del teatro inglese coevo, in “The Unknown Public” (1858) egli si interroga sul pubblico non-intellettuale dei penny-journal readers e sul possibile sviluppo di una letteratura ‘ibrida’ che soddisfi i gusti di classi diverse. Altri spunti di rilievo sono offerti in “Portrait of an Author” (1859), dedicato a Honoré de Balzac, in cui l’omaggio biografico è combinato con acute considerazioni sul realismo compositivo del grande scrittore francese. Ma è soprattutto in “A Petition to the Novel-Writers” (1856) che Collins dimostra la sua ricerca di formule e stilemi innovativi, usando l’understatement per ridicolizzare espressioni e strategie narrative codificate. Il desiderio del novum qui manifestato troverà attuazione, di lì a poco, nei romanzi sensazionali e nelle prime prove di detective fiction con cui l’autore si cimenta, le quali gli garantiranno il successo sulla scena letteraria vittoriana.
Wilkie Collins e il mondo letterario vittoriano. Riflessioni, provocazioni, innovazioni.
COSTANTINI Mariaconcetta
Primo
2017-01-01
Abstract
Il capitolo prende in esame il contributo che Wilkie Collins diede ai numerosi cambiamenti che avvennero nel mondo letterario inglese a partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento. Collins visse e compose le sue opere in un momento di rapida trasformazione delle forme letterarie e del mondo editoriale – una trasformazione legata all’affermarsi di una letteratura di massa e di un mercato editoriale rivolto a classi eterogenee, alla professionalizzazione del ruolo dello scrittore, a un’ibridizzazione dei generi che mise in discussione la ‘purezza’ del gusto estetico e di forme espressive tradizionali. In particolare, Collins svolse un ruolo significativo nello sviluppo di sottogeneri popolari del romanzo, come il sensation novel e il detective novel, non solo attraverso la sua scrittura creativa (in quanto iniziatore delle due tipologie sul suolo inglese) ma anche grazie a riflessioni teoriche compiute in alcune opere non finzionali. Scopo del capitolo è analizzare due gruppi di scritti collinsiani in cui sono rintracciabili le idee innovative, e spesso provocatorie, che l’autore elaborò nel corso della sua carriera. Nello specifico, saranno esaminate le numerose prefazioni apposte ai suoi romanzi e alcuni saggi composti negli anni Cinquanta che inizialmente apparvero sulle riviste dickensiane per essere poi ripubblicati nel volume "My Miscellanies" (1863). Le prefazioni, che a volte anticipano gli attacchi dei recensori, altre volte replicano alle varie accuse di ‘corruzione’ (estetica e morale) mosse a Collins, forniscono utili indicazioni sulle nuove idee che lo scrittore sviluppò in un periodo di circa quarant’anni, riflettendo sui rapporti con il suo pubblico, sulla ricerca di ‘realismo’ narrativo, sulla tendenza dei critici a confondere categorie estetiche e morali, sugli elementi sperimentali da lui introdotti a più livelli nella sua fiction. Si tratta di paratesti che vale la pena di esplorare in dettaglio in quanto, come suggerisce Norman Page, le prefazioni collinsiane “collectively constitute a most interesting body of documents than those of most pre-Jamesian novelists” (Norman Page, "Wilkie Collins. The Critical Heritage"). Altrettanto degni di attenzione sono alcuni saggi che, in tono spesso ironico e di sfida, dimostrano l’attenzione di Collins per questioni editoriali ed estetiche che cominciano ad emergere attorno alla metà del secolo. Se in “Dramatic Grub Street” (1858) l’autore investiga alcune cause socio-economiche del declino qualitativo del teatro inglese coevo, in “The Unknown Public” (1858) egli si interroga sul pubblico non-intellettuale dei penny-journal readers e sul possibile sviluppo di una letteratura ‘ibrida’ che soddisfi i gusti di classi diverse. Altri spunti di rilievo sono offerti in “Portrait of an Author” (1859), dedicato a Honoré de Balzac, in cui l’omaggio biografico è combinato con acute considerazioni sul realismo compositivo del grande scrittore francese. Ma è soprattutto in “A Petition to the Novel-Writers” (1856) che Collins dimostra la sua ricerca di formule e stilemi innovativi, usando l’understatement per ridicolizzare espressioni e strategie narrative codificate. Il desiderio del novum qui manifestato troverà attuazione, di lì a poco, nei romanzi sensazionali e nelle prime prove di detective fiction con cui l’autore si cimenta, le quali gli garantiranno il successo sulla scena letteraria vittoriana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.