Il presente lavoro dal titolo L’attestazione dei piani di risanamento: profili giuridici ed economico-aziendali, giunge all’esito di importanti avvenimenti che caratterizzano il contesto giuridico ed economico-aziendale del nostro Paese con l’obiettivo principale di discuterne criticamente le implicazioni per le imprese che si trovano nella difficile situazione di avviare un processo di turnaround. Se da un lato, infatti, le riforme della Legge Fallimentare operate nell’ultima decade, come pure quelle che già sono in corso di concretizzazione (Legge del 19 ottobre 2017, n. 155, recante “Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza”), tendono a recuperare il valore dell’azienda quale unità economico-produttiva da salvaguardare, dall’altro tale recupero non è automatico. L’ordinamento deve sì consentire alle imprese in crisi di poter recuperare, deve sì proteggerle dal pericolo di azioni miopi intentate dai creditori, ma, allo stesso tempo, queste ultime devono dare prova che il recupero sia concretamente attuabile. In tal senso un ruolo critico è svolto dai professionisti e dai consulenti aziendali nel momento in cui sono chiamati ad attestare i piani di risanamento.
L’attestazione dei piani di risanamento: profili giuridici ed economico-aziendali
Armando Della Porta;Francesco De Luca
;Fabrizio Di Marzio;Ciro Esposito;Stefania Migliori;Giuseppe Paolone;
2017-01-01
Abstract
Il presente lavoro dal titolo L’attestazione dei piani di risanamento: profili giuridici ed economico-aziendali, giunge all’esito di importanti avvenimenti che caratterizzano il contesto giuridico ed economico-aziendale del nostro Paese con l’obiettivo principale di discuterne criticamente le implicazioni per le imprese che si trovano nella difficile situazione di avviare un processo di turnaround. Se da un lato, infatti, le riforme della Legge Fallimentare operate nell’ultima decade, come pure quelle che già sono in corso di concretizzazione (Legge del 19 ottobre 2017, n. 155, recante “Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza”), tendono a recuperare il valore dell’azienda quale unità economico-produttiva da salvaguardare, dall’altro tale recupero non è automatico. L’ordinamento deve sì consentire alle imprese in crisi di poter recuperare, deve sì proteggerle dal pericolo di azioni miopi intentate dai creditori, ma, allo stesso tempo, queste ultime devono dare prova che il recupero sia concretamente attuabile. In tal senso un ruolo critico è svolto dai professionisti e dai consulenti aziendali nel momento in cui sono chiamati ad attestare i piani di risanamento.File | Dimensione | Formato | |
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