La rigenerazione del patrimonio esistente (sia esso residenziale, industriale, urbano o dei centri minori) è il nuovo paradigma per il progetto urbano contemporaneo. La crisi strutturale che stiamo vivendo intercetta, a partire dall’esistente, filiere tematiche rispetto alle quali poter sperimentare nuove occasioni per l’economia (o la micro-economia), per l’arte e la cultura (che si fa sempre più accessibile agli utenti) e per l’architettura, incidendo fortemente sui destini di parti di città e determinando la qualità di vita delle persone. La questione del patrimonio esistente, nell’Italia del Bel Paese, è una necessità intrinseca ai suoi caratteri storici, culturali e di paesaggio. I tessuti minori, che hanno avuto il ruolo e il compito di delineare l’evoluzione umana nel tempo, rientrano a pieno diritto negli ambiti della riqualificazione architettonica e funzionale di spazi urbani abbandonati (aree ex-industriali o territori dismessi) in attesa di riscatto, per essere riconvertite e riqualificate. Il progetto di architettura registra, in questa fase una transizione, un’attitudine verso nuovi dispositivi in chiave energetica e sostenibile (rispetto a sviluppi, ricerche ed evoluzioni normative in merito), capaci di innescare un ragionamento a partire dal mutamento profondo che investe i diversi saperi e influenza le forme del progetto, in grado di attivare una sperimentazione fattiva e reindirizzare le radici culturali del progetto urbano. Il progetto di rigenerazione della Grangia di Larizzate, ha questi obiettivi culturali ed urbani. Obiettivi culturali La salvaguardia, la cura e la riqualificazione degli spazi all’interno dei paesaggi urbani divengono gli obiettivi necessari per ottenere uno sviluppo consapevole ed intelligente dei nostri territori futuri (abitati e non). Oggi viviamo un “futuro” che ha anticipato la sua venuta, mettendo al centro delle pratiche di sviluppo urbano i temi riguardanti la riqualificazione consapevole dei paesaggi contemporanei focalizzati al rinnovato interesse per il progetto di suolo ed un’architettura adattiva capace di attivare volani di sviluppo ed attenta al riuso e al riciclo di alcune parti, ormai compromesse, di città. La situazione di normalità tutta italiana – cioè quando si costruiva non considerando le differenti potenzialità dei suoli – ha prodotto sul territorio cementificazioni inutili (o edifici e strutture spesso non utilizzate) i cosiddetti: “relitti urbani”; in essi riscontriamo la potenzialità attiva di riconfigurarsi come i “nuovi territori” rispetto ai quali interrogarsi per un futuro di riconversione a partire dall’esistente. I rapidi processi di metropolizzazione, per influenza diretta o per cause indotte, stanno mettendo a dura prova lo spazio delle città italiane in termini di tenuta dei paesaggi storici, di efficienza delle reti ecologiche e tecnologiche, di organizzazione e gestione dei servizi alla popolazione e alla sicurezza sociale. Nel momento storico delicatissimo che stiamo vivendo, caratterizzato da una crisi economica mondiale e dalla mutazione di esigenze, possiamo essere certi di affermare che – grazie alla crisi a mio avviso – la strategia di riscrittura urbana dell’esistente sull’esistente è la tattica urbana capace di attivare i paesaggi abitati contemporanei senza occupare altri suoli. La scelta di preservare il paesaggio agricolo come vuoto (cioè spazio inedificato, ma strutturato) diviene la strategia che ha definito un nuovo rapporto tra città e campagna per un modello alternativo di welfare territoriale. Il progetto del territorio e la gestione delle sue parti e componenti devono sistematicamente intersecarsi e trovare riscontro nelle esigenze collettive. Questo rinnovato interesse pubblico/privato deve sempre più contribuire alla costruzione di un benessere durevole, attraverso la costruzione di azioni e misure capaci di perseguire una sostenibilità urbana, sociale ed energetica delle nostre città.

Re-use. Paesaggi d'acqua, architetture e patrimoni identitari

Alberto Ulisse
;
Manuela Romano;Luciana Mastrolonardo;
2017-01-01

Abstract

La rigenerazione del patrimonio esistente (sia esso residenziale, industriale, urbano o dei centri minori) è il nuovo paradigma per il progetto urbano contemporaneo. La crisi strutturale che stiamo vivendo intercetta, a partire dall’esistente, filiere tematiche rispetto alle quali poter sperimentare nuove occasioni per l’economia (o la micro-economia), per l’arte e la cultura (che si fa sempre più accessibile agli utenti) e per l’architettura, incidendo fortemente sui destini di parti di città e determinando la qualità di vita delle persone. La questione del patrimonio esistente, nell’Italia del Bel Paese, è una necessità intrinseca ai suoi caratteri storici, culturali e di paesaggio. I tessuti minori, che hanno avuto il ruolo e il compito di delineare l’evoluzione umana nel tempo, rientrano a pieno diritto negli ambiti della riqualificazione architettonica e funzionale di spazi urbani abbandonati (aree ex-industriali o territori dismessi) in attesa di riscatto, per essere riconvertite e riqualificate. Il progetto di architettura registra, in questa fase una transizione, un’attitudine verso nuovi dispositivi in chiave energetica e sostenibile (rispetto a sviluppi, ricerche ed evoluzioni normative in merito), capaci di innescare un ragionamento a partire dal mutamento profondo che investe i diversi saperi e influenza le forme del progetto, in grado di attivare una sperimentazione fattiva e reindirizzare le radici culturali del progetto urbano. Il progetto di rigenerazione della Grangia di Larizzate, ha questi obiettivi culturali ed urbani. Obiettivi culturali La salvaguardia, la cura e la riqualificazione degli spazi all’interno dei paesaggi urbani divengono gli obiettivi necessari per ottenere uno sviluppo consapevole ed intelligente dei nostri territori futuri (abitati e non). Oggi viviamo un “futuro” che ha anticipato la sua venuta, mettendo al centro delle pratiche di sviluppo urbano i temi riguardanti la riqualificazione consapevole dei paesaggi contemporanei focalizzati al rinnovato interesse per il progetto di suolo ed un’architettura adattiva capace di attivare volani di sviluppo ed attenta al riuso e al riciclo di alcune parti, ormai compromesse, di città. La situazione di normalità tutta italiana – cioè quando si costruiva non considerando le differenti potenzialità dei suoli – ha prodotto sul territorio cementificazioni inutili (o edifici e strutture spesso non utilizzate) i cosiddetti: “relitti urbani”; in essi riscontriamo la potenzialità attiva di riconfigurarsi come i “nuovi territori” rispetto ai quali interrogarsi per un futuro di riconversione a partire dall’esistente. I rapidi processi di metropolizzazione, per influenza diretta o per cause indotte, stanno mettendo a dura prova lo spazio delle città italiane in termini di tenuta dei paesaggi storici, di efficienza delle reti ecologiche e tecnologiche, di organizzazione e gestione dei servizi alla popolazione e alla sicurezza sociale. Nel momento storico delicatissimo che stiamo vivendo, caratterizzato da una crisi economica mondiale e dalla mutazione di esigenze, possiamo essere certi di affermare che – grazie alla crisi a mio avviso – la strategia di riscrittura urbana dell’esistente sull’esistente è la tattica urbana capace di attivare i paesaggi abitati contemporanei senza occupare altri suoli. La scelta di preservare il paesaggio agricolo come vuoto (cioè spazio inedificato, ma strutturato) diviene la strategia che ha definito un nuovo rapporto tra città e campagna per un modello alternativo di welfare territoriale. Il progetto del territorio e la gestione delle sue parti e componenti devono sistematicamente intersecarsi e trovare riscontro nelle esigenze collettive. Questo rinnovato interesse pubblico/privato deve sempre più contribuire alla costruzione di un benessere durevole, attraverso la costruzione di azioni e misure capaci di perseguire una sostenibilità urbana, sociale ed energetica delle nostre città.
2017
Mosaico
978 88 6764 135 2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/687414
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