L’antropologia italiana, di fronte ai processi di patrimonializzazione culturale che attraversano la società contemporanea, tende a porsi in modo critico. Tuttavia, le Convenzioni internazionali sui diritti culturali e sulle politiche di salvaguardia del patrimonio immateriale parlano il linguaggio che, in Italia, caratterizza le scienze demoetnoantropologiche con le relative applicazioni. Le politiche di salvaguardia del patrimonio immateriale chiedono ai professionisti di collaborare con la società civile e le istituzioni al fine di stimolare processi virtuosi di sviluppo sostenibile e pacifico a partire da un elemento culturale (una tradizione, un parco naturale, un monumento, un museo). Alla luce di ciò, in Italia sarebbe necessario un ripensamento etico ed applicativo del fare antropologia nello spazio pubblico. A tal fine, nel 2018, anno europeo del patrimonio culturale, questo testo ridefinisce, per sommi capi, il ruolo del demoetnoantropologo nel quadro di attuazione della Convenzione del 2003 in Italia. L’analisi delle candidature nelle Liste che sono state costituite dagli Stati-parte delle Convenzioni internazionali per attuare i programmi culturali e la panoramica dei percorsi che attualmente realizzano il “work in progress italiano” saranno il passo successivo per misurarsi coi nuovi strumenti che gli accordi internazionali offrono all'antropologia applicata oggi in Italia.
Politiche dell’immateriale e professionalità demoetnoantropologica in Italia
Lia Giancristofaro
2018-01-01
Abstract
L’antropologia italiana, di fronte ai processi di patrimonializzazione culturale che attraversano la società contemporanea, tende a porsi in modo critico. Tuttavia, le Convenzioni internazionali sui diritti culturali e sulle politiche di salvaguardia del patrimonio immateriale parlano il linguaggio che, in Italia, caratterizza le scienze demoetnoantropologiche con le relative applicazioni. Le politiche di salvaguardia del patrimonio immateriale chiedono ai professionisti di collaborare con la società civile e le istituzioni al fine di stimolare processi virtuosi di sviluppo sostenibile e pacifico a partire da un elemento culturale (una tradizione, un parco naturale, un monumento, un museo). Alla luce di ciò, in Italia sarebbe necessario un ripensamento etico ed applicativo del fare antropologia nello spazio pubblico. A tal fine, nel 2018, anno europeo del patrimonio culturale, questo testo ridefinisce, per sommi capi, il ruolo del demoetnoantropologo nel quadro di attuazione della Convenzione del 2003 in Italia. L’analisi delle candidature nelle Liste che sono state costituite dagli Stati-parte delle Convenzioni internazionali per attuare i programmi culturali e la panoramica dei percorsi che attualmente realizzano il “work in progress italiano” saranno il passo successivo per misurarsi coi nuovi strumenti che gli accordi internazionali offrono all'antropologia applicata oggi in Italia.File | Dimensione | Formato | |
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