Il degrado e la banalizzazione del paesaggio sono diventati caratteri distintivi della condizione contemporanea del Paese. Il fenomeno sta cambiando progressivamente la percezione collettiva del nostro ambiente di vita, mostrandone un volto nuovo, sfigurato da incuria e abusi, sempre più distante da quello che ancora conserviamo nel nostro immaginario. Il libro, lungi dall’essere un cahier de doléances, assegna all’urbanistica un ruolo chiave nel processo di recupero dei paesaggi degradati, da esercitare mediante piani e progetti urbanistici capaci di rielaborare l’idea di territorio, facendola evolvere dalla dimensione funzionale-quantitativa a quella morfologico-qualitativa. Il tema è affrontato in due passaggi. Il primo tende a precisare le forme del disvalore più ricorrenti attraverso l’osservazione diretta delle mutazioni che alcuni contesti nella nostra penisola e all’estero hanno subito negli ultimi decenni. Mutazioni che hanno spesso causato l’impoverimento e il degrado del paesaggio, ponendo con urgenza il tema del suo recupero. Ne emerge un quadro complesso, irriducibile ad un’unica forma di intervento, in cui le trasformazioni attivate sono l’esito, talvolta imprevisto, di modifiche normative, di innovazioni tecnologiche, o di comportamenti sociali. Il secondo passaggio, pur riconoscendo la difficoltà di individuare un approccio univoco, prova a definire, con indirizzi, criteri ed esempi che ne sostanziano i contenuti, un protocollo per il progetto urbanistico di recupero del paesaggio, dove la parola progetto è da intendersi con un’ampia latitudine di significati, cha variano al variare delle dimensioni dell’area di intervento e della complessità dei problemi e degli attori in gioco.
Piano progetto paesaggio. Urbanistica e recupero del bene comune
Massimo Angrilli
2018-01-01
Abstract
Il degrado e la banalizzazione del paesaggio sono diventati caratteri distintivi della condizione contemporanea del Paese. Il fenomeno sta cambiando progressivamente la percezione collettiva del nostro ambiente di vita, mostrandone un volto nuovo, sfigurato da incuria e abusi, sempre più distante da quello che ancora conserviamo nel nostro immaginario. Il libro, lungi dall’essere un cahier de doléances, assegna all’urbanistica un ruolo chiave nel processo di recupero dei paesaggi degradati, da esercitare mediante piani e progetti urbanistici capaci di rielaborare l’idea di territorio, facendola evolvere dalla dimensione funzionale-quantitativa a quella morfologico-qualitativa. Il tema è affrontato in due passaggi. Il primo tende a precisare le forme del disvalore più ricorrenti attraverso l’osservazione diretta delle mutazioni che alcuni contesti nella nostra penisola e all’estero hanno subito negli ultimi decenni. Mutazioni che hanno spesso causato l’impoverimento e il degrado del paesaggio, ponendo con urgenza il tema del suo recupero. Ne emerge un quadro complesso, irriducibile ad un’unica forma di intervento, in cui le trasformazioni attivate sono l’esito, talvolta imprevisto, di modifiche normative, di innovazioni tecnologiche, o di comportamenti sociali. Il secondo passaggio, pur riconoscendo la difficoltà di individuare un approccio univoco, prova a definire, con indirizzi, criteri ed esempi che ne sostanziano i contenuti, un protocollo per il progetto urbanistico di recupero del paesaggio, dove la parola progetto è da intendersi con un’ampia latitudine di significati, cha variano al variare delle dimensioni dell’area di intervento e della complessità dei problemi e degli attori in gioco.File | Dimensione | Formato | |
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