La dignità urbana dei municipi romani dell’Italia centrale appenninica, con particolare riguardo a quella che oggi ricade nella regione Abruzzo, è tradizionalmente considerata negli studi pesantemente compromessa fin dalla tarda antichità, a fronte di una maggiore tenuta dei centri costieri adriatici. Gli scavi di questi ultimi anni stanno restituendo una situazione molto più diversificata e articolata nel tempo, che trova forse una più chiara chiave di lettura nelle modifiche che tra tarda antichità e altomedioevo subiscono le stesse denominazioni dei centri, così come gli appellativi, civitas, urbs, castrum, oppidum con cui vengono definiti. Il dato toponomastico sembra sottendere e in un certo senso esplicitare ben precise trasformazioni urbanistiche degli assetti romani con nuove gerarchie e funzioni degli spazi. E’, ad esempio il caso di Corfinium/Valva, dove il confronto tra il dato archeologico e quello delle fonti scritte ha permesso di comprendere che il progressivo prevalere della denominazione Valva sulla denominazione del municipio romano è la conseguenza dello slittamento delle principali funzioni urbane sia civili, che ecclesiastiche nel quadrante meridionale della città dove la massiccia presenza di elementi fortificati con relative porte di accesso finiscono per determinare il nuovo toponimo.

Continuità e discontinuità delle città attraverso il dato toponomastico. Alcuni dati dai contesti abruzzesi

Maria Carla Somma
2018-01-01

Abstract

La dignità urbana dei municipi romani dell’Italia centrale appenninica, con particolare riguardo a quella che oggi ricade nella regione Abruzzo, è tradizionalmente considerata negli studi pesantemente compromessa fin dalla tarda antichità, a fronte di una maggiore tenuta dei centri costieri adriatici. Gli scavi di questi ultimi anni stanno restituendo una situazione molto più diversificata e articolata nel tempo, che trova forse una più chiara chiave di lettura nelle modifiche che tra tarda antichità e altomedioevo subiscono le stesse denominazioni dei centri, così come gli appellativi, civitas, urbs, castrum, oppidum con cui vengono definiti. Il dato toponomastico sembra sottendere e in un certo senso esplicitare ben precise trasformazioni urbanistiche degli assetti romani con nuove gerarchie e funzioni degli spazi. E’, ad esempio il caso di Corfinium/Valva, dove il confronto tra il dato archeologico e quello delle fonti scritte ha permesso di comprendere che il progressivo prevalere della denominazione Valva sulla denominazione del municipio romano è la conseguenza dello slittamento delle principali funzioni urbane sia civili, che ecclesiastiche nel quadrante meridionale della città dove la massiccia presenza di elementi fortificati con relative porte di accesso finiscono per determinare il nuovo toponimo.
2018
978-88-7814-865-9
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