la prefazione introduce al lavoro fotografico dell'architetto Nicola G. Tramonte, una passione radicata e profonda che lo accompagna lungo tutta la sua formazione artistica e professionale: a Foggia nei primi anni del Liceo Artistico e poi a Napoli (dal 1976 al 1979) ed a Torino (dal 1982 al 1986) dove frequenta gli studi universitari per la laurea in Architettura. Molte delle immagini di questo racconto fotografico appartengono proprio a quel periodo, dalla metà degli anni ’70 alla metà degli anni ‘80, dall’86 infatti inizia la sua attività di architetto ed il tempo e i modi per quella passione mutano. Muta in particolare il filtro critico attraverso il quale l’occhio misura lo spazio e gli eventi, uno sguardo che si carica progressivamente di una consapevolezza compositiva che l’esperienza della professione gli restituisce e - come dice Cartier Bresson - è all’occhio che si affida il soggetto, invece alla macchina non resta che il compito di imprimerlo sulla pellicola. Ma l’occhio, quello che scruta ed osserva lo spazio e i suoi elementi, è una estensione dello sguardo sapiente della mente. Quello sguardo che, proprio a partire da quegli anni (dopo la laurea), si arricchisce di esperienze diverse, soprattutto in relazione alla misura ed alle figure dello spazio che intersecano, sempre più spesso, gli stimoli e le ragioni del progetto e delle sue possibili prefigurazioni. il testo coglie questo momento particolare nella biografia di Nicola Tramonte, capace di produrre una significativa svolta nella sua vita, ne sono una palese testimonianza le immagini della pubblicazione (delle 250 immagini selezionate infatti, solo quindici superano la soglia del 1990).

Orsara. Il paese, i paesani, il paesaggio

Domenico Potenza
2016-01-01

Abstract

la prefazione introduce al lavoro fotografico dell'architetto Nicola G. Tramonte, una passione radicata e profonda che lo accompagna lungo tutta la sua formazione artistica e professionale: a Foggia nei primi anni del Liceo Artistico e poi a Napoli (dal 1976 al 1979) ed a Torino (dal 1982 al 1986) dove frequenta gli studi universitari per la laurea in Architettura. Molte delle immagini di questo racconto fotografico appartengono proprio a quel periodo, dalla metà degli anni ’70 alla metà degli anni ‘80, dall’86 infatti inizia la sua attività di architetto ed il tempo e i modi per quella passione mutano. Muta in particolare il filtro critico attraverso il quale l’occhio misura lo spazio e gli eventi, uno sguardo che si carica progressivamente di una consapevolezza compositiva che l’esperienza della professione gli restituisce e - come dice Cartier Bresson - è all’occhio che si affida il soggetto, invece alla macchina non resta che il compito di imprimerlo sulla pellicola. Ma l’occhio, quello che scruta ed osserva lo spazio e i suoi elementi, è una estensione dello sguardo sapiente della mente. Quello sguardo che, proprio a partire da quegli anni (dopo la laurea), si arricchisce di esperienze diverse, soprattutto in relazione alla misura ed alle figure dello spazio che intersecano, sempre più spesso, gli stimoli e le ragioni del progetto e delle sue possibili prefigurazioni. il testo coglie questo momento particolare nella biografia di Nicola Tramonte, capace di produrre una significativa svolta nella sua vita, ne sono una palese testimonianza le immagini della pubblicazione (delle 250 immagini selezionate infatti, solo quindici superano la soglia del 1990).
2016
978-88-6764-064-5
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