Ernesto Rogers che già nel 1947 affermava: “È fuori di dubbio che una pedagogia progressiva richiede un’architettura adeguata, cioè organismi funzionali, flessibili alle complesse esigenze di un metodo educativo il quale non si accontenta di considerare gli allievi come massa indiscriminata, ma vuole favorire lo sviluppo di ciascun individuo (…) ed è bene mettere in conto che i problemi dell’istruzione non possono compiersi senza una architettura educatrice.” L’aula chiusa, utile all'erogazione della didattica frontale, attrezzata con la cattedra rivolta verso le file ordinate di banchi, si è rivelata, ormai da tempo, in tutta la sua inadeguatezza a supportare, da sola, le nuove forme di apprendimento: si rendono necessari ambienti utili a valorizzare le competenze relazionali dei bambini e a stimolare la socializzazione; a consentire diverse configurazioni d’uso grazie a sistemi di arredi che facilitano la aggregazione/disaggregazione dei gruppi durante lo sviluppo delle vari fasi del lavoro. La capacità degli spazi della scuola di potersi adattare al mutare delle esigenze è, pertanto, descritto come un criterio di progettazione essenziale alla luce della grande inerzia alle trasformazioni che è possibile registrare nei metodi d’insegnamento e più spesso nel costruito, rispetto ai tempi che caratterizzano evoluzione pedagogica.

IL progetto degli spazi per l'apprendimento: la flessibilità tecnologica e spaziale

Daniela Ladiana
2018-01-01

Abstract

Ernesto Rogers che già nel 1947 affermava: “È fuori di dubbio che una pedagogia progressiva richiede un’architettura adeguata, cioè organismi funzionali, flessibili alle complesse esigenze di un metodo educativo il quale non si accontenta di considerare gli allievi come massa indiscriminata, ma vuole favorire lo sviluppo di ciascun individuo (…) ed è bene mettere in conto che i problemi dell’istruzione non possono compiersi senza una architettura educatrice.” L’aula chiusa, utile all'erogazione della didattica frontale, attrezzata con la cattedra rivolta verso le file ordinate di banchi, si è rivelata, ormai da tempo, in tutta la sua inadeguatezza a supportare, da sola, le nuove forme di apprendimento: si rendono necessari ambienti utili a valorizzare le competenze relazionali dei bambini e a stimolare la socializzazione; a consentire diverse configurazioni d’uso grazie a sistemi di arredi che facilitano la aggregazione/disaggregazione dei gruppi durante lo sviluppo delle vari fasi del lavoro. La capacità degli spazi della scuola di potersi adattare al mutare delle esigenze è, pertanto, descritto come un criterio di progettazione essenziale alla luce della grande inerzia alle trasformazioni che è possibile registrare nei metodi d’insegnamento e più spesso nel costruito, rispetto ai tempi che caratterizzano evoluzione pedagogica.
2018
978-989-98808-3-2
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