Sonnambulismo, allucinazioni, incubi, colpi apoplettici, perdita della coscienza e della razionalità costituiscono, alla metà del XIX secolo, espedienti teatrali utili a risolvere, alla stregua di "dei ex machina" del contesto drammatico, l'impasse dell'attore di fronte ai nodi che l'interpretazione scenica oppone al personaggio rispetto alla resa di evenienze forti o narratologicamente risolutive. Si concepiscono performance attorali in cui l’attenzione all’extra-ordinario, nella diatesi della “simulazione”, si attesta come nuova, irresistibile componente dell'arte, espediente creativo dalla forte valenza esoterica e suggestiva, anticipatore dei fenomeni che in seguito saranno indagati dalle scienze occulte e parapsicologiche.
Sonnambuli a teatro. I Grand’attori alle prese con l’inconscio.
Luciana Pasquini
In corso di stampa
Abstract
Sonnambulismo, allucinazioni, incubi, colpi apoplettici, perdita della coscienza e della razionalità costituiscono, alla metà del XIX secolo, espedienti teatrali utili a risolvere, alla stregua di "dei ex machina" del contesto drammatico, l'impasse dell'attore di fronte ai nodi che l'interpretazione scenica oppone al personaggio rispetto alla resa di evenienze forti o narratologicamente risolutive. Si concepiscono performance attorali in cui l’attenzione all’extra-ordinario, nella diatesi della “simulazione”, si attesta come nuova, irresistibile componente dell'arte, espediente creativo dalla forte valenza esoterica e suggestiva, anticipatore dei fenomeni che in seguito saranno indagati dalle scienze occulte e parapsicologiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.