La rappresentazione delle conoscenze nei manuali scolastici ha subito negli ultimi anni un graduale cambiamento che ha condotto da una dominanza testuale verso un utilizzo di tipologie varie di mediatori e organizzatori di tipo visuale (Bezmer & Kress, 2008). Le informazioni ed i significati sono così affidati a risorse semiotiche multiple che hanno assunto, influenzate anche dalla tipologia di rappresentazione testuale propria del web, una forma sempre più inteconnessa, reticolare e rizomatica (Rossi, 2016), evolvendosi e di fatto complessificandosi dall’albero al labirinto (Eco, 2007). Per governare tale complessità i manuali scelgono, nella maggior parte dei casi, di modulare le conoscenze in unità autoconclusive che corrispondono alla pagina o alla doppia pagina: essa diventa una composizione di strutture incorporate (Machin, 2011), un aggregato di mediatori tipologicamente differenti e reciprocamente dialoganti, che il lettore deve essere in grado di mettere in relazione e decifrare. Se in una prima fase di tale configurazione si assiste ad una sorta di specializzazione del tipo di risorsa rispetto all’ambito di sapere o all’operazione cognitiva rappresentata, ad una specializzazione dei modi (Kress, 2003) in base alla quale ad esempio le informazioni spaziali erano affidate alle immagini, le connessioni logiche alle mappe, la rappresentazione della consequenzalità ai vettori, nel tempo il sistema si complessifica attraverso sovrapposizioni ed interpolazioni: il significato è affidato alla globalità della pagina e la logica in base alla quale esso è organizzato è insita nelle connessioni implicite tra i vari blocchi rappresentativi, veri e propri “attori” di porzioni o di prospettive di sapere. Emerge così il concetto del layout, inteso come organizzazione spaziale di un testo che rappresenta un insieme di conoscenze (Kress, 2010), che può essere letto come un testo compiuto, coerente e portatore di un proprio significato sovrapposto a quelli insiti negli elementi che contiene e dispone. Il presente contributo vuole avvicinarsi a questa dimensione del testo attraverso un approccio di tipo multimodale, che permetta di cogliere come la disposizione e le relazioni tra elementi in uno spazio inquadrato non denomina (come fanno le parole) e non raffigura (come fanno le immagini) ma orienta e supporta la ricostruzione.

Multimodalità e trasposizione dei saperi nei manuali scolastici

Pentucci Maila
2020-01-01

Abstract

La rappresentazione delle conoscenze nei manuali scolastici ha subito negli ultimi anni un graduale cambiamento che ha condotto da una dominanza testuale verso un utilizzo di tipologie varie di mediatori e organizzatori di tipo visuale (Bezmer & Kress, 2008). Le informazioni ed i significati sono così affidati a risorse semiotiche multiple che hanno assunto, influenzate anche dalla tipologia di rappresentazione testuale propria del web, una forma sempre più inteconnessa, reticolare e rizomatica (Rossi, 2016), evolvendosi e di fatto complessificandosi dall’albero al labirinto (Eco, 2007). Per governare tale complessità i manuali scelgono, nella maggior parte dei casi, di modulare le conoscenze in unità autoconclusive che corrispondono alla pagina o alla doppia pagina: essa diventa una composizione di strutture incorporate (Machin, 2011), un aggregato di mediatori tipologicamente differenti e reciprocamente dialoganti, che il lettore deve essere in grado di mettere in relazione e decifrare. Se in una prima fase di tale configurazione si assiste ad una sorta di specializzazione del tipo di risorsa rispetto all’ambito di sapere o all’operazione cognitiva rappresentata, ad una specializzazione dei modi (Kress, 2003) in base alla quale ad esempio le informazioni spaziali erano affidate alle immagini, le connessioni logiche alle mappe, la rappresentazione della consequenzalità ai vettori, nel tempo il sistema si complessifica attraverso sovrapposizioni ed interpolazioni: il significato è affidato alla globalità della pagina e la logica in base alla quale esso è organizzato è insita nelle connessioni implicite tra i vari blocchi rappresentativi, veri e propri “attori” di porzioni o di prospettive di sapere. Emerge così il concetto del layout, inteso come organizzazione spaziale di un testo che rappresenta un insieme di conoscenze (Kress, 2010), che può essere letto come un testo compiuto, coerente e portatore di un proprio significato sovrapposto a quelli insiti negli elementi che contiene e dispone. Il presente contributo vuole avvicinarsi a questa dimensione del testo attraverso un approccio di tipo multimodale, che permetta di cogliere come la disposizione e le relazioni tra elementi in uno spazio inquadrato non denomina (come fanno le parole) e non raffigura (come fanno le immagini) ma orienta e supporta la ricostruzione.
2020
9788835107286
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