Pirandello pare trovarsi già pienamente dentro la scia di riflessione linguistica che conduce a Benjamin, attraverso Saussure e Jakobson, con la messa in discussione via via più complessa del rapporto tra segno e referente, riflesso in quello, apparentemente più banale, tra realtà e illusione. Appare allora con evidenza come in un tale contesto di mediaticità complessa e moltiplicata, il riso, come espressione del corpo, pre e post verbale, abbia tutt’altra connotazione e si posizioni - agli antipodi del processo di traduzione - sullo stesso piano del salto, dell’ellissi, del non detto, del non determinabile testualmente.

Linguaggio e ricezione in Pirandello: da Benjamin a Jakobson, in Pirandello tra presenza e assenza

Antonella Del Gatto
2020-01-01

Abstract

Pirandello pare trovarsi già pienamente dentro la scia di riflessione linguistica che conduce a Benjamin, attraverso Saussure e Jakobson, con la messa in discussione via via più complessa del rapporto tra segno e referente, riflesso in quello, apparentemente più banale, tra realtà e illusione. Appare allora con evidenza come in un tale contesto di mediaticità complessa e moltiplicata, il riso, come espressione del corpo, pre e post verbale, abbia tutt’altra connotazione e si posizioni - agli antipodi del processo di traduzione - sullo stesso piano del salto, dell’ellissi, del non detto, del non determinabile testualmente.
2020
978-1-78997-857-5
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