L'accordo sottoscritto all'Avana, nel 2016, tra le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) e il Governo centrale della Colombia, una delle nazioni emergenti a livello economico e sociale dell'America Latina, nonché più ricca di biodiversità e risorse naturale, non ha solo tentato di chiudere oltre cinquant’anni di conflitti sociali, ambientali, economici e militari, dando fine, forse per sempre, ad una stagione di guerra densa di crimini e di tragiche conseguenze per le popolazioni civili, per lungo tempo creduta infinita. Ha anche messo nero su bianco un lungo elenco di impegni tra le parti in conflitto, tra i quali emergono con forza quelli di natura economico territoriale, destinati, nelle intenzioni dei contraenti l'accordo, a disegnare un nuovo assetto strategico in vaste regioni del paese, a prevalente valenza agricola e silvo pastorale. E’ la così detta Colombia profonda (F. Diaz Diaz. D. Unigarro, 2018) territorio a parte, terra di esodo e di abbandono, per lungo tempo separata e distante dalle grandi aree urbane, dove nei lunghi anni del conflitto armato, si è concentrata una moltitudine crescente di desplasados, profughi in fuga dai territori del conflitto e dalle sue violenze; è ancora oggi una parte a se stante del territorio nazionale in cui lo Stato non sembra ancora oggi in grado di istallarsi e sul quale insistono differenti gruppi di popolazioni in passato oggetto del conflitto, come popolazioni indigene, contadini e coloni bianchi. E' peraltro di interesse notare come all'interno dell'Accordo di pace in questione la parola piano, inteso sia in termini di programma socio economico di sviluppo e rinascita, sia anche come programma di opere di evidente significato e valore territoriale, compare molte volte. Ad esempio riguardo ad un Piano Nazione per lo sviluppo delle infrastrutture di terzo livello, o per la difesa dal rischio integrale, o a sostegno delle comunità rurali, vere vittime del conflitto. Ma a oltre tre anni dalla firma di tale accordo, qual è oggi lo stato di progettazione e attuazione di questi programmi, e in che modo tali programmi hanno provato a concepire, e a mettere in agenza, un'idea di nuovo progetto di territorio, legata ad una ipotesi di transizione economica, di riassetto territoriale e progresso ecologico nei territori del post conflitto armato colombiano? Il volume prova a rispondere a tale domanda a partire dall'esame delle condizioni di contesto e dall'analisi dei programmi di governo pubblico territoriale, e alla luce dei radicali processi di transizione economica in corso, concentrandosi sul caso di studio del dipartimento del Guaviare, posto a soglia della regione Amazzonica colombiana, e nello specifico nelle veredas di Charrasquera e Charras, nel comune di San Josè del Guaviare, oggetto di un recente workshop internazionale di progettazione partecipata che viene qui illustrato come esperienza di interesse dei percorsi di transizione al post fossile (e al superamento dell’economia cocalera) oggi in atto in alcune regioni del paese. L'ipotesi che si avanza, anche aldilà della reale portate delle (fin qui modeste) azioni pubbliche messe in atto nella regione da parte dei governi centrale e locali, è che l'occasione della pace (give a peace a change, diceva qualcuno) rappresenti, nel caso in questione, e per estensione, a molti territori simili, di cui è piena la nazione colombiana e le regioni del sottosviluppo, ancora oggi, e non per molto, una formidabile occasione per sperimentare, attraverso la partecipazione e l'azione dal basso, modelli inediti di transizione al post fossile e di nuovo progresso sociale ed ecologico. La difesa dello straordinario valore ambientale di questi territori passa, però, attraverso la difesa di chi abita questi territori, a cui deve essere riconosciuto, anche attraverso misure di sostegno straordinarie, il ruolo di abitanti custodi, attori protagonisti della trasformazione e riconversione ecologica ancora profondamente segnate dal conflitto armato appena concluso.

Colombia attraverso la pace : transizione economica, riassetto territoriale, progresso ecologico nei territori del post conflitto armato colombiano

Piero Rovigatti
Co-primo
In corso di stampa

Abstract

L'accordo sottoscritto all'Avana, nel 2016, tra le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) e il Governo centrale della Colombia, una delle nazioni emergenti a livello economico e sociale dell'America Latina, nonché più ricca di biodiversità e risorse naturale, non ha solo tentato di chiudere oltre cinquant’anni di conflitti sociali, ambientali, economici e militari, dando fine, forse per sempre, ad una stagione di guerra densa di crimini e di tragiche conseguenze per le popolazioni civili, per lungo tempo creduta infinita. Ha anche messo nero su bianco un lungo elenco di impegni tra le parti in conflitto, tra i quali emergono con forza quelli di natura economico territoriale, destinati, nelle intenzioni dei contraenti l'accordo, a disegnare un nuovo assetto strategico in vaste regioni del paese, a prevalente valenza agricola e silvo pastorale. E’ la così detta Colombia profonda (F. Diaz Diaz. D. Unigarro, 2018) territorio a parte, terra di esodo e di abbandono, per lungo tempo separata e distante dalle grandi aree urbane, dove nei lunghi anni del conflitto armato, si è concentrata una moltitudine crescente di desplasados, profughi in fuga dai territori del conflitto e dalle sue violenze; è ancora oggi una parte a se stante del territorio nazionale in cui lo Stato non sembra ancora oggi in grado di istallarsi e sul quale insistono differenti gruppi di popolazioni in passato oggetto del conflitto, come popolazioni indigene, contadini e coloni bianchi. E' peraltro di interesse notare come all'interno dell'Accordo di pace in questione la parola piano, inteso sia in termini di programma socio economico di sviluppo e rinascita, sia anche come programma di opere di evidente significato e valore territoriale, compare molte volte. Ad esempio riguardo ad un Piano Nazione per lo sviluppo delle infrastrutture di terzo livello, o per la difesa dal rischio integrale, o a sostegno delle comunità rurali, vere vittime del conflitto. Ma a oltre tre anni dalla firma di tale accordo, qual è oggi lo stato di progettazione e attuazione di questi programmi, e in che modo tali programmi hanno provato a concepire, e a mettere in agenza, un'idea di nuovo progetto di territorio, legata ad una ipotesi di transizione economica, di riassetto territoriale e progresso ecologico nei territori del post conflitto armato colombiano? Il volume prova a rispondere a tale domanda a partire dall'esame delle condizioni di contesto e dall'analisi dei programmi di governo pubblico territoriale, e alla luce dei radicali processi di transizione economica in corso, concentrandosi sul caso di studio del dipartimento del Guaviare, posto a soglia della regione Amazzonica colombiana, e nello specifico nelle veredas di Charrasquera e Charras, nel comune di San Josè del Guaviare, oggetto di un recente workshop internazionale di progettazione partecipata che viene qui illustrato come esperienza di interesse dei percorsi di transizione al post fossile (e al superamento dell’economia cocalera) oggi in atto in alcune regioni del paese. L'ipotesi che si avanza, anche aldilà della reale portate delle (fin qui modeste) azioni pubbliche messe in atto nella regione da parte dei governi centrale e locali, è che l'occasione della pace (give a peace a change, diceva qualcuno) rappresenti, nel caso in questione, e per estensione, a molti territori simili, di cui è piena la nazione colombiana e le regioni del sottosviluppo, ancora oggi, e non per molto, una formidabile occasione per sperimentare, attraverso la partecipazione e l'azione dal basso, modelli inediti di transizione al post fossile e di nuovo progresso sociale ed ecologico. La difesa dello straordinario valore ambientale di questi territori passa, però, attraverso la difesa di chi abita questi territori, a cui deve essere riconosciuto, anche attraverso misure di sostegno straordinarie, il ruolo di abitanti custodi, attori protagonisti della trasformazione e riconversione ecologica ancora profondamente segnate dal conflitto armato appena concluso.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/735182
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