In Italia gli indicatori dell’attività innovativa assumono, nei confronti internazionali, valori molto bassi mentre l’opposto accade per gli indicatori della disuguaglianza relativa alla distribuzione personale dei redditi. Ciò suggerisce l’esistenza di una relazione negativa tra innovazione e disuguaglianza che sembra trarre conferma dall’osservazione dei dati regionali. Infatti, analizzando l’andamento di un indicatore di innovazione come la percentuale di brevetti e di un indicatore di disuguaglianza come il coefficiente di Gini, emerge una correlazione negativa: nelle regioni dove il primo indicatore è più alto, il secondo tende ad essere più basso e viceversa. Il legame tra innovazioni e disuguaglianza in Italia è l’oggetto del presente capitolo che, più precisamente, si propone di verificare sia il segno negativo di detto legame, sia l’ipotesi che i nessi di causalità tra le due variabili siano bi-direzionali, utilizzando un modello di tipo strutturale nonché dati a livello regionale, relativi all’attività di brevettazione e al grado di concentrazione dei redditi individuali di mercato. L’articolo è così organizzato. Nel primo paragrafo presenteremo un’analisi descrittiva delle principali differenze territoriali rispetto alle variabili che qui interessano. In particolare, si mostrerà che non vi è soltanto lo storico dualismo tra Centro/Nord e Sud (che è evidente in relazione alla tipologia delle innovazioni e ad alcune determinanti dell’innovazione e/o della disuguaglianza dei redditi), ma anche alcune peculiarità di carattere regionale (ad esempio, rispetto all’incidenza degli occupati nei settori high-tech). Nel successivo paragrafo passeremo brevemente in rassegna la letteratura sui rapporti tra innovazione e disuguaglianza per trarre indicazioni utili ai fini della strutturazione del modello che sarà presentato e stimato nel terzo paragrafo. Per la stima utilizzeremo dati panel regionali riferiti al periodo 2000-2011, in modo da coprire anni sia precedenti sia successivi alla crisi. Il principale risultato che emerge riguarda l’effettiva sussistenza di una relazione bi-direzionale tra innovazione e disuguaglianza che tendono ad alimentarsi reciprocamente in una spirale viziosa (debole innovazione e alta disuguaglianza) o virtuosa (sostenuta innovazione e bassa disuguaglianza). Questi risultati suggeriscono che laddove è in atto la spirale viziosa – come è il caso di alcune regioni e forse del paese nel suo complesso – la possibilità di una fuoriuscita non può essere affidata alle forze spontanee del mercato e neanche soltanto a singoli interventi di politica economica. Le strategie richieste sono più complesse e ad esse si farà cenno nel paragrafo conclusivo del capitolo.

Innovazione e disuguaglianza dei redditi nell’economia italiana. Quale legame a livello regionale?

Verashchagina, Alina
2018-01-01

Abstract

In Italia gli indicatori dell’attività innovativa assumono, nei confronti internazionali, valori molto bassi mentre l’opposto accade per gli indicatori della disuguaglianza relativa alla distribuzione personale dei redditi. Ciò suggerisce l’esistenza di una relazione negativa tra innovazione e disuguaglianza che sembra trarre conferma dall’osservazione dei dati regionali. Infatti, analizzando l’andamento di un indicatore di innovazione come la percentuale di brevetti e di un indicatore di disuguaglianza come il coefficiente di Gini, emerge una correlazione negativa: nelle regioni dove il primo indicatore è più alto, il secondo tende ad essere più basso e viceversa. Il legame tra innovazioni e disuguaglianza in Italia è l’oggetto del presente capitolo che, più precisamente, si propone di verificare sia il segno negativo di detto legame, sia l’ipotesi che i nessi di causalità tra le due variabili siano bi-direzionali, utilizzando un modello di tipo strutturale nonché dati a livello regionale, relativi all’attività di brevettazione e al grado di concentrazione dei redditi individuali di mercato. L’articolo è così organizzato. Nel primo paragrafo presenteremo un’analisi descrittiva delle principali differenze territoriali rispetto alle variabili che qui interessano. In particolare, si mostrerà che non vi è soltanto lo storico dualismo tra Centro/Nord e Sud (che è evidente in relazione alla tipologia delle innovazioni e ad alcune determinanti dell’innovazione e/o della disuguaglianza dei redditi), ma anche alcune peculiarità di carattere regionale (ad esempio, rispetto all’incidenza degli occupati nei settori high-tech). Nel successivo paragrafo passeremo brevemente in rassegna la letteratura sui rapporti tra innovazione e disuguaglianza per trarre indicazioni utili ai fini della strutturazione del modello che sarà presentato e stimato nel terzo paragrafo. Per la stima utilizzeremo dati panel regionali riferiti al periodo 2000-2011, in modo da coprire anni sia precedenti sia successivi alla crisi. Il principale risultato che emerge riguarda l’effettiva sussistenza di una relazione bi-direzionale tra innovazione e disuguaglianza che tendono ad alimentarsi reciprocamente in una spirale viziosa (debole innovazione e alta disuguaglianza) o virtuosa (sostenuta innovazione e bassa disuguaglianza). Questi risultati suggeriscono che laddove è in atto la spirale viziosa – come è il caso di alcune regioni e forse del paese nel suo complesso – la possibilità di una fuoriuscita non può essere affidata alle forze spontanee del mercato e neanche soltanto a singoli interventi di politica economica. Le strategie richieste sono più complesse e ad esse si farà cenno nel paragrafo conclusivo del capitolo.
2018
978-88-15-27922-4
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