Il problema della povertà educativa rivisto nell'ottica di Ignazio Silone ci rimanda alla costante ingiustizia sociale che nel tempo, cambia le sue forme ma non cambia la sua sostanza. Convinti a combattere il potere che li opprimeva, i cafoni di Fontamara decisero di fare il giornale dei cafoni, ma quale titolo dare a quel giornale scritto a mano con la calligrafia di Maria Grazia, stuprata in una notte di follia criminale dagli uomini in nero? La verità? Ma quale verità? La giustizia? Ma quale giustizia? E allora, Che fare? Un titolo che farà ridere, ma solo agli altri. Un titolo con richiami alla storia russa tra fine Ottocento e primi del Novecento, all’opera più importante di Lenin del 1902, a sua volta ispirato all’omonimo romanzo del russo Nikolaj Gavrilovič Černyševskij del 1863, con chiari ideali democratici e rivoluzionari, aspetto che ci riconduce alle tendenze e alle idee politiche siloniane, sempre comunque tradite dai difetti dell’applicazione storica dei principi in essi enunciati. E non basterà, infatti, anche questa volta, scriverlo nel titolo: Bisogna ripeterlo. Se non si ripete, il titolo non vale nulla. Anzi è meglio levarlo. Che fare? bisogna ripeterlo in ogni articolo. “Ci han tolta l’acqua, che fare?” Capite? “Il prete si rifiuta di seppellire i nostri morti, che fare? “In nome della legge violano le nostre donne, che fare? “Don Circostanza è una carogna, che fare? .

"Che fare?". Povertà educativa e giustizia sociale in Ignazio Silone: l'attualità di una lettura in prosa per il contrasto alla povertà educativa

Di Profio Luana
2020-01-01

Abstract

Il problema della povertà educativa rivisto nell'ottica di Ignazio Silone ci rimanda alla costante ingiustizia sociale che nel tempo, cambia le sue forme ma non cambia la sua sostanza. Convinti a combattere il potere che li opprimeva, i cafoni di Fontamara decisero di fare il giornale dei cafoni, ma quale titolo dare a quel giornale scritto a mano con la calligrafia di Maria Grazia, stuprata in una notte di follia criminale dagli uomini in nero? La verità? Ma quale verità? La giustizia? Ma quale giustizia? E allora, Che fare? Un titolo che farà ridere, ma solo agli altri. Un titolo con richiami alla storia russa tra fine Ottocento e primi del Novecento, all’opera più importante di Lenin del 1902, a sua volta ispirato all’omonimo romanzo del russo Nikolaj Gavrilovič Černyševskij del 1863, con chiari ideali democratici e rivoluzionari, aspetto che ci riconduce alle tendenze e alle idee politiche siloniane, sempre comunque tradite dai difetti dell’applicazione storica dei principi in essi enunciati. E non basterà, infatti, anche questa volta, scriverlo nel titolo: Bisogna ripeterlo. Se non si ripete, il titolo non vale nulla. Anzi è meglio levarlo. Che fare? bisogna ripeterlo in ogni articolo. “Ci han tolta l’acqua, che fare?” Capite? “Il prete si rifiuta di seppellire i nostri morti, che fare? “In nome della legge violano le nostre donne, che fare? “Don Circostanza è una carogna, che fare? .
2020
9788857569048
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