La ricerca è incentrata sul ruolo concettuale svolto dall’illustrazione nell’ambito del cenacolo dannunziano che, tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento, ha riunito un gruppo di intellettuali di diversi settori: pittura, scultura, mu- sica e poesia a scambiarsi idee ed esperienze sulle loro rispettive competenze con l’obiettivo di sperimentare progetti innovativi. Gabriele d’Annunzio è stato un convinto fautore di campagne promozionali rivolte alla diffusione di diversi aspetti: commerciali, politici, culturali, veicolati attraverso la comunicazione per immagini che vanno dalle illustrazioni riguardanti la sponsorizzazione delle sue opere letterarie e teatrali, esternate anche con la rappresentazione dell’essenza materiale e immateriale della terra d’Abruzzo, al lancio di prodotti come il liquore Aurum di cui fu testimonial decretandone l’affermazione a livello internazionale. Il Vate comprese l’utilità dell’informazione reclamistica impiegandola in diversi occasioni, in cui mette a frutto le straordinarie valenze percettive trasmesse attraverso la sintesi grafico-concettuale offerta dall’illustrazione che, mediante l’efficacia delle immagini, rendeva accessibile a tutti la comunicazione di tematiche che in qualche modo lo coinvolgevano. Le sue gesta, i suoi ideali, furono divulgati attraverso mirabolanti trovate propagandistiche che produssero grande risonanza popolare come avvenne nel teatrale volo su Trieste, in cui eroicamente sorvola la città con un biplano lanciando migliaia di volantini contenenti messaggi patriottici, effettuando così il primo volantinaggio aereo effigiato su diverse testate giornalistiche. Dai tanti input scaturiti nelle frequentazioni con gli artisti abruzzesi a cui l’istrionico intellettuale offre amicizia, visibilità e occasioni di affermazione nazionale, sono nate opere innovative che precorrono i tempi e tra queste L’Illustrazione Abruzzese. Una rivista di cultura, immagini e trasgressioni fondata da Basilio Cascella, capostipite della bottega artistica e dell’officina litografica di Pescara in cui furono prodotti i pregiati fascicoli pubblicati in una prima serie nel 1899, una seconda nel 1905, rilanciata nel 1914 con La Grande illustrazione che si interrompe definitivamente nel 1915 con l’arrivo della prima guerra mondiale. La rivista rappresentò un evento culturale di grande rilievo nel settore dell’editoria d’arte e riuscì a mettere in contatto l’Abruzzo con quanto più aggiornato si andava sperimentando nell’erudizione italiana ed europea dell’epoca. Le raffinate illustrazioni rapportate al peculiare contesto culturale costituivano il tramite per comunicare visivamente i temi trattati nella rivista, fatta di versi, novelle, racconti drammatici, note lettera- rie aventi per tema la spiritualità arcaica dei luoghi della terra madre, filtrati dal primitivismo delle rap- presentazioni dannunziane. In sintesi l’obiettivo è quello di indagare le formule espressive relative alle rappresentazioni scaturite dalla feconda attività che ruota intorno alle illustrazioni prodotte nel creativo cenacolo culturale. Nello specifico saranno considerate le tre serie editoriali dell’innovativo periodico abruzzese rapportate con le riviste del periodo; in particolar modo l’analisi si concentrerà sull’apparato grafico dei cinque numeri pubblicati nel 1905 costituenti la fase centrale e più consapevole del progetto editoriale che nel suo prosieguo assumerà una diversa connotazione. Le uscite del periodico rispecchiano le tendenze culturali dei momenti storici in cui si collocano, fornendo in parallelo un utile termine di confronto sulla rapida evoluzione tecnico-grafica dei relativi linguaggi.

Il linguaggio grafico dell’Illustrazione Abruzzese, rivista di cultura e immagini

CATERINA PALESTINI
2020-01-01

Abstract

La ricerca è incentrata sul ruolo concettuale svolto dall’illustrazione nell’ambito del cenacolo dannunziano che, tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento, ha riunito un gruppo di intellettuali di diversi settori: pittura, scultura, mu- sica e poesia a scambiarsi idee ed esperienze sulle loro rispettive competenze con l’obiettivo di sperimentare progetti innovativi. Gabriele d’Annunzio è stato un convinto fautore di campagne promozionali rivolte alla diffusione di diversi aspetti: commerciali, politici, culturali, veicolati attraverso la comunicazione per immagini che vanno dalle illustrazioni riguardanti la sponsorizzazione delle sue opere letterarie e teatrali, esternate anche con la rappresentazione dell’essenza materiale e immateriale della terra d’Abruzzo, al lancio di prodotti come il liquore Aurum di cui fu testimonial decretandone l’affermazione a livello internazionale. Il Vate comprese l’utilità dell’informazione reclamistica impiegandola in diversi occasioni, in cui mette a frutto le straordinarie valenze percettive trasmesse attraverso la sintesi grafico-concettuale offerta dall’illustrazione che, mediante l’efficacia delle immagini, rendeva accessibile a tutti la comunicazione di tematiche che in qualche modo lo coinvolgevano. Le sue gesta, i suoi ideali, furono divulgati attraverso mirabolanti trovate propagandistiche che produssero grande risonanza popolare come avvenne nel teatrale volo su Trieste, in cui eroicamente sorvola la città con un biplano lanciando migliaia di volantini contenenti messaggi patriottici, effettuando così il primo volantinaggio aereo effigiato su diverse testate giornalistiche. Dai tanti input scaturiti nelle frequentazioni con gli artisti abruzzesi a cui l’istrionico intellettuale offre amicizia, visibilità e occasioni di affermazione nazionale, sono nate opere innovative che precorrono i tempi e tra queste L’Illustrazione Abruzzese. Una rivista di cultura, immagini e trasgressioni fondata da Basilio Cascella, capostipite della bottega artistica e dell’officina litografica di Pescara in cui furono prodotti i pregiati fascicoli pubblicati in una prima serie nel 1899, una seconda nel 1905, rilanciata nel 1914 con La Grande illustrazione che si interrompe definitivamente nel 1915 con l’arrivo della prima guerra mondiale. La rivista rappresentò un evento culturale di grande rilievo nel settore dell’editoria d’arte e riuscì a mettere in contatto l’Abruzzo con quanto più aggiornato si andava sperimentando nell’erudizione italiana ed europea dell’epoca. Le raffinate illustrazioni rapportate al peculiare contesto culturale costituivano il tramite per comunicare visivamente i temi trattati nella rivista, fatta di versi, novelle, racconti drammatici, note lettera- rie aventi per tema la spiritualità arcaica dei luoghi della terra madre, filtrati dal primitivismo delle rap- presentazioni dannunziane. In sintesi l’obiettivo è quello di indagare le formule espressive relative alle rappresentazioni scaturite dalla feconda attività che ruota intorno alle illustrazioni prodotte nel creativo cenacolo culturale. Nello specifico saranno considerate le tre serie editoriali dell’innovativo periodico abruzzese rapportate con le riviste del periodo; in particolar modo l’analisi si concentrerà sull’apparato grafico dei cinque numeri pubblicati nel 1905 costituenti la fase centrale e più consapevole del progetto editoriale che nel suo prosieguo assumerà una diversa connotazione. Le uscite del periodico rispecchiano le tendenze culturali dei momenti storici in cui si collocano, fornendo in parallelo un utile termine di confronto sulla rapida evoluzione tecnico-grafica dei relativi linguaggi.
2020
9788899586157
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