La profonda crisi di credibilità di cui sono oggetto i partiti politici ha origini risalenti. Al “distacco sociale” avvenuto a cagione dello shock rappresentato dall’inchiesta “Mani Pulite”, si è assommato l’avvento della Digital Policy, nella quale la necessaria, indefettibile, intermediazione costituzionale dei partiti e degli eletti viene costantemente messa alla prova dal “contatto diretto”, mediante gli strumenti di comunicazione digitale (social network), tra i rappresentanti apicali dei partiti e movimenti politici da una parte ed i cittadini/elettori dall’altra. Tutto ciò, non va sottaciuto, anche a fronte del profondo innervamento, nel tessuto culturale e sociale, delle idee e proposte dei movimenti c.d. “populisti” i quali, va da sé, pongono in ulteriore affanno il tradizionale ruolo svolto in democrazia dai partiti politici quali “collante necessario”, a norma dell’art. 49 della Costituzione italiana, tra le Istituzioni ed i cittadini. La rappresentanza elettiva, al tempo dei “social network”, degrada sovente da rilevante funzione sociale di intermediazione tra le Istituzioni ed i cittadini a comunicazione, mediante i canali informatici, delle attività svolte anche (se non precipuamente) in chiave propagandistica. La destrutturazione del quadro costituzionale inerente alla rappresentanza politica, seppur a Costituzione invariata, si invera nelle criticità e nelle contraddizioni in cui il mondo della politica e della rappresentanza versa, a fronte delle mutate condizioni sociali e tecnologiche dei tempi presenti. Occorre, dunque, interrogarsi sulle scaturigini della crisi della rappresentanza politica e sulle potenziali evoluzioni che detta crisi potrebbe manifestare in riferimento al ruolo affidato ai partiti politici dalla Costituzione
Il partito politico, un mito in declino? La rappresentanza politica tra evoluzione ed involuzione nell’era della digital democracy.
Carlo Alberto Ciaralli
2020-01-01
Abstract
La profonda crisi di credibilità di cui sono oggetto i partiti politici ha origini risalenti. Al “distacco sociale” avvenuto a cagione dello shock rappresentato dall’inchiesta “Mani Pulite”, si è assommato l’avvento della Digital Policy, nella quale la necessaria, indefettibile, intermediazione costituzionale dei partiti e degli eletti viene costantemente messa alla prova dal “contatto diretto”, mediante gli strumenti di comunicazione digitale (social network), tra i rappresentanti apicali dei partiti e movimenti politici da una parte ed i cittadini/elettori dall’altra. Tutto ciò, non va sottaciuto, anche a fronte del profondo innervamento, nel tessuto culturale e sociale, delle idee e proposte dei movimenti c.d. “populisti” i quali, va da sé, pongono in ulteriore affanno il tradizionale ruolo svolto in democrazia dai partiti politici quali “collante necessario”, a norma dell’art. 49 della Costituzione italiana, tra le Istituzioni ed i cittadini. La rappresentanza elettiva, al tempo dei “social network”, degrada sovente da rilevante funzione sociale di intermediazione tra le Istituzioni ed i cittadini a comunicazione, mediante i canali informatici, delle attività svolte anche (se non precipuamente) in chiave propagandistica. La destrutturazione del quadro costituzionale inerente alla rappresentanza politica, seppur a Costituzione invariata, si invera nelle criticità e nelle contraddizioni in cui il mondo della politica e della rappresentanza versa, a fronte delle mutate condizioni sociali e tecnologiche dei tempi presenti. Occorre, dunque, interrogarsi sulle scaturigini della crisi della rappresentanza politica e sulle potenziali evoluzioni che detta crisi potrebbe manifestare in riferimento al ruolo affidato ai partiti politici dalla CostituzioneFile | Dimensione | Formato | |
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