Il rito è utile per riassorbire lo shock e, allo stesso tempo, per tenere insieme una collettività dopo uno sconvolgimento. L’Abruzzo è un terreno privilegiato che, grazie all’antropologia storica e all’osservazione delle vicende contemporanee, oggi ci consente di ricostruire come siano nati e tuttora nascano i “riti in emergenza”, cioè le cerimonie liturgiche capaci di contenere l’angoscia: una modalità per condividere incredulità, rabbia e dolore, ma anche un tentativo di controllare ciò che è incontrollabile. Dunque, tra terremoti e pandemie, il rito è tuttora una “soluzione magica” che le comunità adottano per fronteggiare problemi che sembrano creare una cesura temporale tra il “prima” e il “dopo”.
Il contingentamento dei riti. Dagli eccessi alla moderazione
Lia Giancristofaro
2021-01-01
Abstract
Il rito è utile per riassorbire lo shock e, allo stesso tempo, per tenere insieme una collettività dopo uno sconvolgimento. L’Abruzzo è un terreno privilegiato che, grazie all’antropologia storica e all’osservazione delle vicende contemporanee, oggi ci consente di ricostruire come siano nati e tuttora nascano i “riti in emergenza”, cioè le cerimonie liturgiche capaci di contenere l’angoscia: una modalità per condividere incredulità, rabbia e dolore, ma anche un tentativo di controllare ciò che è incontrollabile. Dunque, tra terremoti e pandemie, il rito è tuttora una “soluzione magica” che le comunità adottano per fronteggiare problemi che sembrano creare una cesura temporale tra il “prima” e il “dopo”.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
9788835117865_Giancristofaro SAGGIO.pdf
Solo gestori archivio
Tipologia:
PDF editoriale
Dimensione
959.84 kB
Formato
Adobe PDF
|
959.84 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.