Nel percorso storico insegnato a scuola e nella sua trasposizione da manuale, il popolo ebraico viene menzionato a più riprese, ma sempre in maniera occasionale: descritti come civiltà (classificati spesso dai sussidiari tra i popoli del mare) in quarta primaria, ricompaiono quando subiscono la diaspora da parte dei Romani, poi tornano, a volte e in maniera collaterale, durante le crociate, infine assumono un ruolo da protagonisti, sia pur in dimensione esclusivamente vittimaria, con l’ascesa del Nazismo nel 1938, con modalità che tendono a contestualizzare la persecuzione come affare tedesco e a ridurre, per quanto riguarda la storia nazionale, la responsabilità italiana in tale vicenda. Successivamente le complesse vicende della formazione dello stato di Israele e la relativa questione del Medio-Oriente, non sempre trovano spazio nel processo di insegnamento, se non per sintesi proposte dai libri di testo. In realtà gli Ebrei attraversano la storia generale mondiale con continuità: proprio la dimensione a-territoriale di questo popolo, evidenziata dalla diaspora ma già presente fin dal periodo antico (quello grosso modo corrispondente alle vicende bibliche), fa sì che essi nel corso dei secoli attraversino la storia di altri popoli incrociando momenti – chiave della storia mondiale. Una ricostruzione storica solida e coerente potrebbe contribuire a leggere alcune caratteristiche che connotano il popolo ebraico: gli intrecci tra identità etnica, religiosa, geografica, culturale, per esempio ne fanno un interessante modello per analizzare il concetto di popolo e quello di nazione. Inoltre, si tratta di un popolo in movimento: le vicende degli Ebrei dall’epoca antica a quella contemporanea si prestano per leggere la storia degli uomini come una storia di mobilità e di cammino. Infine, la società ebraica è il tipico esempio di società mercuriale: l’economia, la cultura e la storia politica si intersecano e offrono chiavi di lettura alternative e interessanti. Altra questione importante è quella dell’approccio a scala locale: la storia della persecuzione degli Ebrei, ad esempio, non è una storia di altri, successa altrove, per colpa di qualcuno che non ha a che fare con noi (vs. il mito degli “Italiani brava gente”). È possibile rintracciare nella Storia delle storie, biografie e vicende personali o familiari, strettamente legate a contesti noti e consueti, in grado quindi di avvicinare le problematiche globali, di renderle qualcosa che ci interessa, ci riguarda, ci rende storicamente responsabili.
Un esempio di trasposizione didattica per la Storia del Novecento: gli ebrei fino al XX secolo
pentucci maila
2020-01-01
Abstract
Nel percorso storico insegnato a scuola e nella sua trasposizione da manuale, il popolo ebraico viene menzionato a più riprese, ma sempre in maniera occasionale: descritti come civiltà (classificati spesso dai sussidiari tra i popoli del mare) in quarta primaria, ricompaiono quando subiscono la diaspora da parte dei Romani, poi tornano, a volte e in maniera collaterale, durante le crociate, infine assumono un ruolo da protagonisti, sia pur in dimensione esclusivamente vittimaria, con l’ascesa del Nazismo nel 1938, con modalità che tendono a contestualizzare la persecuzione come affare tedesco e a ridurre, per quanto riguarda la storia nazionale, la responsabilità italiana in tale vicenda. Successivamente le complesse vicende della formazione dello stato di Israele e la relativa questione del Medio-Oriente, non sempre trovano spazio nel processo di insegnamento, se non per sintesi proposte dai libri di testo. In realtà gli Ebrei attraversano la storia generale mondiale con continuità: proprio la dimensione a-territoriale di questo popolo, evidenziata dalla diaspora ma già presente fin dal periodo antico (quello grosso modo corrispondente alle vicende bibliche), fa sì che essi nel corso dei secoli attraversino la storia di altri popoli incrociando momenti – chiave della storia mondiale. Una ricostruzione storica solida e coerente potrebbe contribuire a leggere alcune caratteristiche che connotano il popolo ebraico: gli intrecci tra identità etnica, religiosa, geografica, culturale, per esempio ne fanno un interessante modello per analizzare il concetto di popolo e quello di nazione. Inoltre, si tratta di un popolo in movimento: le vicende degli Ebrei dall’epoca antica a quella contemporanea si prestano per leggere la storia degli uomini come una storia di mobilità e di cammino. Infine, la società ebraica è il tipico esempio di società mercuriale: l’economia, la cultura e la storia politica si intersecano e offrono chiavi di lettura alternative e interessanti. Altra questione importante è quella dell’approccio a scala locale: la storia della persecuzione degli Ebrei, ad esempio, non è una storia di altri, successa altrove, per colpa di qualcuno che non ha a che fare con noi (vs. il mito degli “Italiani brava gente”). È possibile rintracciare nella Storia delle storie, biografie e vicende personali o familiari, strettamente legate a contesti noti e consueti, in grado quindi di avvicinare le problematiche globali, di renderle qualcosa che ci interessa, ci riguarda, ci rende storicamente responsabili.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2020_attisea.pdf
Solo gestori archivio
Tipologia:
PDF editoriale
Dimensione
678.88 kB
Formato
Adobe PDF
|
678.88 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.