Il capitolo si focalizza sulle principali figure della Scuola di Toronto, sviluppatasi nella seconda metà del Novecento grazie a Harold I. Innis e Marshall McLuhan, che hanno studiato l’impatto delle tecnologie mediali sui cambiamenti sociali di maggior rilievo nella storia delle civiltà. Innis e McLuhan hanno proposto una visione deterministica della complessità sociale, secondo un modello riduzionista volto a ricostruire la dimensione mediale dei sistemi di potere: obiettivo, comprendere come il bias (influenza) della comunicazione sia una componente decisiva per analizzare l’organizzazione sociale e il rapporto tra oralità e scrittura, approfondito anche da Walter J. Ong. Sullo sfondo si stagliano gli effetti prodotti dall’invenzione dell’alfabeto e della stampa a caratteri mobili, fino alla diffusione della corrente elettrica, posta a fondamento di quel villaggio globale dell’informazione divenuto realtà al tempo della società connessa. Si tratta di una visione che costituisce una prospettiva differente rispetto al dibattito tra teorie apocalittiche e integrate di cui si è parlato in questa e nella precedente parte del volume, proprio perché focalizza la propria attenzione sui mezzi di comunicazione, visti come vera e propria estensione del corpo umano, piuttosto che sui contenuti dei messaggi che veicolano.
La Scuola di Toronto tra Harold Innis e Marshall McLuhan
lombardinilo
Primo
2021-01-01
Abstract
Il capitolo si focalizza sulle principali figure della Scuola di Toronto, sviluppatasi nella seconda metà del Novecento grazie a Harold I. Innis e Marshall McLuhan, che hanno studiato l’impatto delle tecnologie mediali sui cambiamenti sociali di maggior rilievo nella storia delle civiltà. Innis e McLuhan hanno proposto una visione deterministica della complessità sociale, secondo un modello riduzionista volto a ricostruire la dimensione mediale dei sistemi di potere: obiettivo, comprendere come il bias (influenza) della comunicazione sia una componente decisiva per analizzare l’organizzazione sociale e il rapporto tra oralità e scrittura, approfondito anche da Walter J. Ong. Sullo sfondo si stagliano gli effetti prodotti dall’invenzione dell’alfabeto e della stampa a caratteri mobili, fino alla diffusione della corrente elettrica, posta a fondamento di quel villaggio globale dell’informazione divenuto realtà al tempo della società connessa. Si tratta di una visione che costituisce una prospettiva differente rispetto al dibattito tra teorie apocalittiche e integrate di cui si è parlato in questa e nella precedente parte del volume, proprio perché focalizza la propria attenzione sui mezzi di comunicazione, visti come vera e propria estensione del corpo umano, piuttosto che sui contenuti dei messaggi che veicolano.File | Dimensione | Formato | |
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