Lo scenario storico-sociale contemporaneo mostra gli effetti, per certi versi fragorosi, della “deriva” filosofica e sociologica inaugurata dall’era “post” (postmodernista, postindustriale, postdemocratica, postrazionale), celeberrima metatesi che fu dapprima di Llyotard e sarà poi di Touraine, Bell, Crouch, McIntyre, tra gli altri. Oggi, infatti, ci troviamo – quasi come nell’avveramento di una profezia – di fronte a una delle verità più inoppugnabili ed epistemologicamente “feconde” di tutte le scienze sociali in generale e della sociologia in particolare, ovvero la “fatalità” delle crisi, del mutamento e delle trasformazioni cui sono sottoposte senza soluzione di continuità le strutture sociali, con le loro istituzioni, i loro “corpi intermedi”, rappresentati dalle comunità locali, e infine, dagli attori sociali, nelle loro relazioni, interazioni e identità individuali e collettive. In tale quadro di complessità sociale, culturale e politica, le dinamiche di innovazione introdotte come strategia di integrazione tra soggetti, relazioni e istituzioni hanno riguardato e coinvolto – per forza di cose – anche il contesto, il ruolo e le funzioni dell’università, quale preferenziale realtà di coniugazione della tradizione con l’innovazione e di trasmissione, riproduzione e disseminazione di conoscenza in termini di ricerca e di insegnamento, considerata pertanto ancora oggi uno dei principali vettori di sviluppo socioeconomico.
Sociologie della crisi, riformismi e globalizzazione: per una didattica universitaria "deliberativa"
Camillo Stefano Pasotti
2021-01-01
Abstract
Lo scenario storico-sociale contemporaneo mostra gli effetti, per certi versi fragorosi, della “deriva” filosofica e sociologica inaugurata dall’era “post” (postmodernista, postindustriale, postdemocratica, postrazionale), celeberrima metatesi che fu dapprima di Llyotard e sarà poi di Touraine, Bell, Crouch, McIntyre, tra gli altri. Oggi, infatti, ci troviamo – quasi come nell’avveramento di una profezia – di fronte a una delle verità più inoppugnabili ed epistemologicamente “feconde” di tutte le scienze sociali in generale e della sociologia in particolare, ovvero la “fatalità” delle crisi, del mutamento e delle trasformazioni cui sono sottoposte senza soluzione di continuità le strutture sociali, con le loro istituzioni, i loro “corpi intermedi”, rappresentati dalle comunità locali, e infine, dagli attori sociali, nelle loro relazioni, interazioni e identità individuali e collettive. In tale quadro di complessità sociale, culturale e politica, le dinamiche di innovazione introdotte come strategia di integrazione tra soggetti, relazioni e istituzioni hanno riguardato e coinvolto – per forza di cose – anche il contesto, il ruolo e le funzioni dell’università, quale preferenziale realtà di coniugazione della tradizione con l’innovazione e di trasmissione, riproduzione e disseminazione di conoscenza in termini di ricerca e di insegnamento, considerata pertanto ancora oggi uno dei principali vettori di sviluppo socioeconomico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.