La presente proposta si focalizza sull’innovazione linguistica operata da Ennio Flaiano negli elzeviri pubblicati sul finire degli anni Sessanta sul “Corriere della Sera” diretto da Alfio Russo e Giovanni Spadolini. Particolare interesse acquistano, in quest’ottica, i due elzeviri del 21 dicembre 1967 e del 1° marzo 1969: svolgendo una dissacrante critica dell’industria culturale di massa, Flaiano si sofferma sull’aforisma di Marshall McLuhan, “il medium è il messaggio”, destinato ad avere grande fortuna nell’ambito degli studi mediologici. Le osservazioni di Flaiano si focalizzano sulla complessità semiotica della società del mainstream, caratterizzata dal “delirante marinismo” e dalle pratiche retoriche del grande schermo: “Sedotti dall’enfasi, dall’iperbole, dalle tautologie che sono alla base del linguaggio cinematografico, e senza le quali ci sembra ormai di non capire la vita”. Sullo sfondo si staglia la rivoluzione comunicativa operata dall’industria cinematografica, descritta “in presa diretta” da Flaiano dalle colonne del più importante quotidiano italiano, contribuendo al rinnovamento dell’elzeviro e decrittando le retoriche mediali di fine anni Sessanta in una direzione meta-comunicativa.
Il «Corriere della Sera» secondo Flaiano: il medium è il messaggio.
ortolano, pierluigi
;lombardinilo, andrea
2022-01-01
Abstract
La presente proposta si focalizza sull’innovazione linguistica operata da Ennio Flaiano negli elzeviri pubblicati sul finire degli anni Sessanta sul “Corriere della Sera” diretto da Alfio Russo e Giovanni Spadolini. Particolare interesse acquistano, in quest’ottica, i due elzeviri del 21 dicembre 1967 e del 1° marzo 1969: svolgendo una dissacrante critica dell’industria culturale di massa, Flaiano si sofferma sull’aforisma di Marshall McLuhan, “il medium è il messaggio”, destinato ad avere grande fortuna nell’ambito degli studi mediologici. Le osservazioni di Flaiano si focalizzano sulla complessità semiotica della società del mainstream, caratterizzata dal “delirante marinismo” e dalle pratiche retoriche del grande schermo: “Sedotti dall’enfasi, dall’iperbole, dalle tautologie che sono alla base del linguaggio cinematografico, e senza le quali ci sembra ormai di non capire la vita”. Sullo sfondo si staglia la rivoluzione comunicativa operata dall’industria cinematografica, descritta “in presa diretta” da Flaiano dalle colonne del più importante quotidiano italiano, contribuendo al rinnovamento dell’elzeviro e decrittando le retoriche mediali di fine anni Sessanta in una direzione meta-comunicativa.File | Dimensione | Formato | |
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