Il testo introduce il difficile rapporto delle trasformazioni urbane della città di Pescara con i segni della storia depositati sul territorio. A partire dalla sua fondazione (per altro avvenuta solo nel 1927) e fino alle ultime modificazioni contemporanee, la città non ha mai realmente stabilito relazioni esplicite con l'identità dell'origine dei luoghi, pure molto antiche ed ancora oggi - almeno in parte - presenti. Ancora oggi Pescara conserva un carattere di città a pezzi, che non è mai riuscita ad eleggere una propria identità unitaria, frutto di una espansione mai del tutto controllata e mai del tutto compiuta, soprattutto per quanto riguarda le tracce, ancora in parte presenti, delle sue matrici storiche. Dall’antica “Ostia Aterni” alla medioevale “Piscaria”; dalla “Piazzaforte” cinquecentesca al transitorio dominio borbonico; dall’unificazione d’Italia al definitivo accorpamento dei due nuclei originari; fino al ridisegno rigoroso del ventennio fascista ed alla sofferta rinascita dai disastrosi bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Sin dalla sua nascita, la città ha vissuto un continuo processo di trasformazione dei suoi assetti originari, lasciando riconoscibili sul territorio urbano, più le tracce del suo progressivo mutamento, che una qualsiasi forma di continuità con il passato. Ancora oggi, come già accaduto in passato, la città continua a trasformarsi per parti, tuttora in attesa di una sua configurazione complessiva. I singoli pezzi di città osservati dall’interno delle loro realizzazioni, continuano di fatto a testimoniare i processi delle trasformazioni in atto ma, nello stesso tempo, denunciano la mancanza di un progetto urbano, capace di mettere a reddito quel sistema di connettività tra le parti di cui è formata la città.
Pescara, amnesie storiche per un eterno presente
Domenico Antonio Potenza
2021-01-01
Abstract
Il testo introduce il difficile rapporto delle trasformazioni urbane della città di Pescara con i segni della storia depositati sul territorio. A partire dalla sua fondazione (per altro avvenuta solo nel 1927) e fino alle ultime modificazioni contemporanee, la città non ha mai realmente stabilito relazioni esplicite con l'identità dell'origine dei luoghi, pure molto antiche ed ancora oggi - almeno in parte - presenti. Ancora oggi Pescara conserva un carattere di città a pezzi, che non è mai riuscita ad eleggere una propria identità unitaria, frutto di una espansione mai del tutto controllata e mai del tutto compiuta, soprattutto per quanto riguarda le tracce, ancora in parte presenti, delle sue matrici storiche. Dall’antica “Ostia Aterni” alla medioevale “Piscaria”; dalla “Piazzaforte” cinquecentesca al transitorio dominio borbonico; dall’unificazione d’Italia al definitivo accorpamento dei due nuclei originari; fino al ridisegno rigoroso del ventennio fascista ed alla sofferta rinascita dai disastrosi bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Sin dalla sua nascita, la città ha vissuto un continuo processo di trasformazione dei suoi assetti originari, lasciando riconoscibili sul territorio urbano, più le tracce del suo progressivo mutamento, che una qualsiasi forma di continuità con il passato. Ancora oggi, come già accaduto in passato, la città continua a trasformarsi per parti, tuttora in attesa di una sua configurazione complessiva. I singoli pezzi di città osservati dall’interno delle loro realizzazioni, continuano di fatto a testimoniare i processi delle trasformazioni in atto ma, nello stesso tempo, denunciano la mancanza di un progetto urbano, capace di mettere a reddito quel sistema di connettività tra le parti di cui è formata la città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.