Nel contributo si definisce una modalità, in alcuni disegni di Giancarlo de Carlo, del "trascrivere a mani nude", riferendosi al suo modo di relazionarsi con il contesto, riportare su un taccuino misure e note tradotte dall’esistente, con l’ausilio di una matita spesso senza alcun altro strumento (a mani nude appunto); cosa che ormai non facciamo più, se non trasferendo quelle informazioni attraverso una estensione tecnologica. Se prima la mano era estensione diretta della mente adesso è filtrata da un’interfaccia digitale che comunque ne altera la “scrittura”. Quindi le mani non sono più “nude” come nel caso di De Carlo, ma fornite di un’estensione meccanica che trasmette quel pensiero e lo organizza, seppur a partire da nostre precise indicazioni. Questo era il modo in cui Giancarlo De Carlo trascriveva il contesto, lo decifrava come dice lui stesso «quando dico decifrare voglio dire leggere, voglio dire leggere guardando dietro e avanti allo stesso tempo. Leggere con mente progettante» la lettura è già in parte progetto, si fa RACCONTO SAPIENTE DELLA TRASFORMAZIONE DI UN LUOGO. Leggere un luogo significa trasformare la conoscenza acquisita in architettura. Ecco perché il rilievo, l’osservazione diretta sul campo, si fa sapiente, perché attraverso il filtro della conoscenza, aggiunge alla dimensione meccanica del vedere con gli occhi quella critica del coinvolgimento della mente; aggiunge un giudizio a quello sguardo, trasformandolo.

Trascrizioni a mani nude. Il progetto come rilievo sapiente della trasformazione dei luoghi

Potenza Domenico Antonio
2020-01-01

Abstract

Nel contributo si definisce una modalità, in alcuni disegni di Giancarlo de Carlo, del "trascrivere a mani nude", riferendosi al suo modo di relazionarsi con il contesto, riportare su un taccuino misure e note tradotte dall’esistente, con l’ausilio di una matita spesso senza alcun altro strumento (a mani nude appunto); cosa che ormai non facciamo più, se non trasferendo quelle informazioni attraverso una estensione tecnologica. Se prima la mano era estensione diretta della mente adesso è filtrata da un’interfaccia digitale che comunque ne altera la “scrittura”. Quindi le mani non sono più “nude” come nel caso di De Carlo, ma fornite di un’estensione meccanica che trasmette quel pensiero e lo organizza, seppur a partire da nostre precise indicazioni. Questo era il modo in cui Giancarlo De Carlo trascriveva il contesto, lo decifrava come dice lui stesso «quando dico decifrare voglio dire leggere, voglio dire leggere guardando dietro e avanti allo stesso tempo. Leggere con mente progettante» la lettura è già in parte progetto, si fa RACCONTO SAPIENTE DELLA TRASFORMAZIONE DI UN LUOGO. Leggere un luogo significa trasformare la conoscenza acquisita in architettura. Ecco perché il rilievo, l’osservazione diretta sul campo, si fa sapiente, perché attraverso il filtro della conoscenza, aggiunge alla dimensione meccanica del vedere con gli occhi quella critica del coinvolgimento della mente; aggiunge un giudizio a quello sguardo, trasformandolo.
2020
978-88-32196-10-8
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