il contributo mette in evidenza la necessità di ridurre la distanza tra la dimensione tecnica del costruire per abitare e l’espressione dell’esito che questa produce; purtroppo siamo troppo poco consapevoli del come si fa (o del come si dovrebbe fare), ma molto interessati al suo esito finale, e al suo consumo. È questo, un problema atavico che ciclicamente si ripresenta, con caratteri e modalità diverse, come mel passaggio epocale al terzo millennio, nel quale l’architettura, uguale a se stessa ad ogni latitudine, sembra essere imbrigliata nella globalizzazione dei media. Siamo esasperati, ma allo stesso tempo affascinati, dall’esercizio potente della tecnica al servizio della fenomenologia dello stupore; quel fascino rischioso della prestazione estetica che, giorno dopo giorno, mostra i limiti del suo funzionamento e, soprattutto della sua utilità. Questa è la rischiosa deriva che sostituisce ai principi del progetto le modalità della performance; la consegna definitiva dell’architetto al mondo dell’arte, a partire dalla quale si libera una creatività priva di regole ed in molti casi inutile, se non addirittura dannosa

Ridurre le distanze

Domenico Antonio Potenza
2020-01-01

Abstract

il contributo mette in evidenza la necessità di ridurre la distanza tra la dimensione tecnica del costruire per abitare e l’espressione dell’esito che questa produce; purtroppo siamo troppo poco consapevoli del come si fa (o del come si dovrebbe fare), ma molto interessati al suo esito finale, e al suo consumo. È questo, un problema atavico che ciclicamente si ripresenta, con caratteri e modalità diverse, come mel passaggio epocale al terzo millennio, nel quale l’architettura, uguale a se stessa ad ogni latitudine, sembra essere imbrigliata nella globalizzazione dei media. Siamo esasperati, ma allo stesso tempo affascinati, dall’esercizio potente della tecnica al servizio della fenomenologia dello stupore; quel fascino rischioso della prestazione estetica che, giorno dopo giorno, mostra i limiti del suo funzionamento e, soprattutto della sua utilità. Questa è la rischiosa deriva che sostituisce ai principi del progetto le modalità della performance; la consegna definitiva dell’architetto al mondo dell’arte, a partire dalla quale si libera una creatività priva di regole ed in molti casi inutile, se non addirittura dannosa
2020
978-88-6242-444-8
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