L’esposizione dei suoi interventi filosofico-normativi sulla liberale Eugenetik può essere articolata in quattro principali argomenti: 1) la breve descrizione delle recenti acquisizioni scientifiche della ingegneria genetica, sullo sfondo delle prospettive future che, invece, consigliano un “atteggiamento prudente”; 2) l’introduzione dell’assunto controverso che concepisce l’embrione in vitro come una “persona futura”, il cui stato giuridico non lo vede soggetto di diritti ma oggetto di tutela; 3) la distinzione difficile tra l’“eugenetica positiva” a “fini migliorativi” e l’“eugenetica negativa” a “fini terapeutici”, con le proprie valutazioni morali ed etiche sulle pratiche di diagnosi di reimpianto, sull’aborto e sulla sperimentazione sulle cellule staminali embrionali; 4) le conclusioni sulla responsabilità sociale e sui limiti della ricerca scientifica e delle sue applicazioni di fronte alle “frontiere ultime” della biologia genetica e le sue osservazioni sul tessuto culturale liberale o privatistico delle società occidentali. Occorre considerare, da ultimo, che la riflessione di Habermas sulla “genetica liberale” si interroga su alcuni dei problemi che le innovazioni della medicina e della ricerca biologica pongono nelle scelte e nella determinazione dei diritti morali e dei limiti etici da riconoscere all’autonomia soggettiva. Ma rimangono esclusi temi di bioetica importanti, quali l’eutanasia, il testamento biologico, il diritto a un minimo di cure, le adozioni, la donazione e il trapianto di organi, e le questioni relative al trattamento degli animali non umani e delle altre specie viventi.

Il futuro della natura umana: i rischi di una genetica liberale

CORCHIA LUCA
2010-01-01

Abstract

L’esposizione dei suoi interventi filosofico-normativi sulla liberale Eugenetik può essere articolata in quattro principali argomenti: 1) la breve descrizione delle recenti acquisizioni scientifiche della ingegneria genetica, sullo sfondo delle prospettive future che, invece, consigliano un “atteggiamento prudente”; 2) l’introduzione dell’assunto controverso che concepisce l’embrione in vitro come una “persona futura”, il cui stato giuridico non lo vede soggetto di diritti ma oggetto di tutela; 3) la distinzione difficile tra l’“eugenetica positiva” a “fini migliorativi” e l’“eugenetica negativa” a “fini terapeutici”, con le proprie valutazioni morali ed etiche sulle pratiche di diagnosi di reimpianto, sull’aborto e sulla sperimentazione sulle cellule staminali embrionali; 4) le conclusioni sulla responsabilità sociale e sui limiti della ricerca scientifica e delle sue applicazioni di fronte alle “frontiere ultime” della biologia genetica e le sue osservazioni sul tessuto culturale liberale o privatistico delle società occidentali. Occorre considerare, da ultimo, che la riflessione di Habermas sulla “genetica liberale” si interroga su alcuni dei problemi che le innovazioni della medicina e della ricerca biologica pongono nelle scelte e nella determinazione dei diritti morali e dei limiti etici da riconoscere all’autonomia soggettiva. Ma rimangono esclusi temi di bioetica importanti, quali l’eutanasia, il testamento biologico, il diritto a un minimo di cure, le adozioni, la donazione e il trapianto di organi, e le questioni relative al trattamento degli animali non umani e delle altre specie viventi.
2010
978-884671933-1
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