Nelle pagine che seguono introduco alcune brevi considerazioni che “assestano il modello” su di un piano di interesse storiografico con il quale Habermas contestualizza la logica di sviluppo delle società occidentali contemporanee. Egli indica, anzitutto, alcune “tendenze di lungo periodo” che hanno attraversato “da cima a fondo” il Novecento: lo sviluppo demografico, le ristrutturazioni nel mondo del lavoro e l’evoluzione del progresso tecnico-scientifico. Questi temi sono trattati nel volume in modo sparso esaminando i mutamenti nell’organizzazione d’impresa, gli scenari energetici e ambientali, le sfide dello stato sociale, le influenze economiche sulla politica, l’ingegneria genetica, etc. Qui, invece, è rilevante solo la ricostruzione ideal-tipica delle “principali varianti storiche delle società post-liberali” seguendo la “dialettica” tra sottosistemi sociali e mondo vitale. Si tratta delle relazioni di scambio fra l’economia di mercato e l’amministrazione statale, da un lato, e le sfere di vita private e pubbliche, dall’altro. Un’interpretazione che, peraltro, non considera le inevitabili “deviazioni dal modello” dovute a “particolarità nazionali”. Come vedremo, Habermas individua almeno tre modelli di organizzazione sociale, riconducibili a grandi linee agli ordinamenti politico-economici fascisti, comunisti e democratici. Quest’ultimi, ai quali egli dedica esclusivamente i propri studi, saranno esaminati nei prossimi capitoli, mentre nel presente sono raccolte le considerazioni sui regimi totalitari. Sul piano storiografico, invece, la “fisionomia del secolo” prende forma dalle “cesure” dei grandi eventi; e le “cifre tonde” del calendario cristiano non coincidono più con i “nodi temporali” rappresentati dagli avvenimenti storici: il 1914, 1945 o 1989.3 Quando riflette sulla nostra epoca, la storiografia contemporanea concorda nel ritenere che al “lungo” XIX secolo (1789-1914) sia seguito un “breve” XX secolo (1917-1989) i cui paletti sono, da un lato, la “Grande Guerra”, dall’altro, il crollo dell’Unione sovietica, la fine dell’antagonismo tra le superpotenze e di quell’ordine mondiale regolato dalla cosiddetta “Guerra fredda”.

Il Novecento

CORCHIA LUCA
2010-01-01

Abstract

Nelle pagine che seguono introduco alcune brevi considerazioni che “assestano il modello” su di un piano di interesse storiografico con il quale Habermas contestualizza la logica di sviluppo delle società occidentali contemporanee. Egli indica, anzitutto, alcune “tendenze di lungo periodo” che hanno attraversato “da cima a fondo” il Novecento: lo sviluppo demografico, le ristrutturazioni nel mondo del lavoro e l’evoluzione del progresso tecnico-scientifico. Questi temi sono trattati nel volume in modo sparso esaminando i mutamenti nell’organizzazione d’impresa, gli scenari energetici e ambientali, le sfide dello stato sociale, le influenze economiche sulla politica, l’ingegneria genetica, etc. Qui, invece, è rilevante solo la ricostruzione ideal-tipica delle “principali varianti storiche delle società post-liberali” seguendo la “dialettica” tra sottosistemi sociali e mondo vitale. Si tratta delle relazioni di scambio fra l’economia di mercato e l’amministrazione statale, da un lato, e le sfere di vita private e pubbliche, dall’altro. Un’interpretazione che, peraltro, non considera le inevitabili “deviazioni dal modello” dovute a “particolarità nazionali”. Come vedremo, Habermas individua almeno tre modelli di organizzazione sociale, riconducibili a grandi linee agli ordinamenti politico-economici fascisti, comunisti e democratici. Quest’ultimi, ai quali egli dedica esclusivamente i propri studi, saranno esaminati nei prossimi capitoli, mentre nel presente sono raccolte le considerazioni sui regimi totalitari. Sul piano storiografico, invece, la “fisionomia del secolo” prende forma dalle “cesure” dei grandi eventi; e le “cifre tonde” del calendario cristiano non coincidono più con i “nodi temporali” rappresentati dagli avvenimenti storici: il 1914, 1945 o 1989.3 Quando riflette sulla nostra epoca, la storiografia contemporanea concorda nel ritenere che al “lungo” XIX secolo (1789-1914) sia seguito un “breve” XX secolo (1917-1989) i cui paletti sono, da un lato, la “Grande Guerra”, dall’altro, il crollo dell’Unione sovietica, la fine dell’antagonismo tra le superpotenze e di quell’ordine mondiale regolato dalla cosiddetta “Guerra fredda”.
2010
978-884671933-1
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