Le stazioni ferroviarie dismesse sono risorse con valori aggiunti, determinati dalla loro distribuzione sul territorio e dalle relazioni che esse possono creare per "mettere in moto" le capacità di resilienza dei luoghi. Questi aspetti intercettano gli indirizzi per la transizione ecologica e l'inclusione sociale e territoriale dei Piani di Ripresa e Resilienza della Comunità Europea e del PNRR italiano che prevede investimenti nella bellezza del paese per il potenziamento della tutela del patrimonio artistico, culturale e naturale e il consolidamento della fruibilità e della capacità di attrazione turistica. Da diversi anni, l’Italia ha incentivato iniziative di questo tipo come i progetti "Valore Paese Italia" finalizzati alla riscoperta del turismo sostenibile, della cultura, dell’ambiente e dell’agricoltura attraverso la valorizzazione di edifici pubblici in disuso. Circa quattrocentocinquanta stazioni dismesse sono state riconvertite per valorizzare il territorio e fornire servizi ai cittadini e circa quattrocentosessantacinque chilometri di binari sono diventati linee turistiche, percorsi ciclabili e greenways. In questo scenario è stato sviluppato un lavoro di ricerca sulle stazioni dismesse, distribuite lungo la Costa dei Trabocchi ossia lungo il tratto dell’ex-ferrovia adriatica della Provincia di Chieti, ora un’importante ciclovia e meta balneare. Questa realtà è un nodo importante per mettere in sinergia le risorse locali, creando connessioni trasversali alla costa (mettere in relazione il mare e l’entroterra e trasferire la mobilità dalle automobili, alle biciclette, alle camminate e alle barche ) e parallele ad essa (collegare i piccoli centri con il treno e offrire servizi per gli sport di terra e di mare, la cultura e i prodotti tipici). Considerate le attività principali che interessano l’area (turismo balneare, cicloturismo e enogastronomia), la ricerca punta a minimizzare i loro impatti sull’ambiente. Non si prevedono nuove costruzioni e si propongono servizi concentrati nelle stazioni recuperate (noleggio biciclette e attrezzature per gli sport d’acqua, punti ristoro, servizi igienici, infermerie, ciclo-officine, etc.) che diventano il luogo di distribuzione anche di sistemi effimeri, minimali e totalmente rimovibili (principalmente punti d’ombra e arredi per la balneazione). Si propongono così strategie di recupero edilizio e ambientale, in cui il riuso delle preesistenze favorisce lo sviluppo sostenibile del territorio.

Stazioni ferroviarie dismesse e strategie di recupero edilizio e ambientale

Donatella Radogna
2022-01-01

Abstract

Le stazioni ferroviarie dismesse sono risorse con valori aggiunti, determinati dalla loro distribuzione sul territorio e dalle relazioni che esse possono creare per "mettere in moto" le capacità di resilienza dei luoghi. Questi aspetti intercettano gli indirizzi per la transizione ecologica e l'inclusione sociale e territoriale dei Piani di Ripresa e Resilienza della Comunità Europea e del PNRR italiano che prevede investimenti nella bellezza del paese per il potenziamento della tutela del patrimonio artistico, culturale e naturale e il consolidamento della fruibilità e della capacità di attrazione turistica. Da diversi anni, l’Italia ha incentivato iniziative di questo tipo come i progetti "Valore Paese Italia" finalizzati alla riscoperta del turismo sostenibile, della cultura, dell’ambiente e dell’agricoltura attraverso la valorizzazione di edifici pubblici in disuso. Circa quattrocentocinquanta stazioni dismesse sono state riconvertite per valorizzare il territorio e fornire servizi ai cittadini e circa quattrocentosessantacinque chilometri di binari sono diventati linee turistiche, percorsi ciclabili e greenways. In questo scenario è stato sviluppato un lavoro di ricerca sulle stazioni dismesse, distribuite lungo la Costa dei Trabocchi ossia lungo il tratto dell’ex-ferrovia adriatica della Provincia di Chieti, ora un’importante ciclovia e meta balneare. Questa realtà è un nodo importante per mettere in sinergia le risorse locali, creando connessioni trasversali alla costa (mettere in relazione il mare e l’entroterra e trasferire la mobilità dalle automobili, alle biciclette, alle camminate e alle barche ) e parallele ad essa (collegare i piccoli centri con il treno e offrire servizi per gli sport di terra e di mare, la cultura e i prodotti tipici). Considerate le attività principali che interessano l’area (turismo balneare, cicloturismo e enogastronomia), la ricerca punta a minimizzare i loro impatti sull’ambiente. Non si prevedono nuove costruzioni e si propongono servizi concentrati nelle stazioni recuperate (noleggio biciclette e attrezzature per gli sport d’acqua, punti ristoro, servizi igienici, infermerie, ciclo-officine, etc.) che diventano il luogo di distribuzione anche di sistemi effimeri, minimali e totalmente rimovibili (principalmente punti d’ombra e arredi per la balneazione). Si propongono così strategie di recupero edilizio e ambientale, in cui il riuso delle preesistenze favorisce lo sviluppo sostenibile del territorio.
2022
9788409422524
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/794636
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