In occasione del centenario della “Marcia su Roma” (1922 / 2022), il saggio intende approfondire aspetti rilevanti, e non sempre trattati in modo adeguato, dell’esperienza storica fascista nell’Italia tra le due guerre mondiali del Novecento. Sulla base di un assunto ormai consolidato dalla storiografia italiana e internazionale – per cui il mito di Roma antica fu, insieme col mito del duce, la credenza mitologica più pervasiva di tutto l’universo simbolico fascista – nel contributo ci si propone di indagare quanta parte di questa mitopoiesi della romanità sia effettivamente ricaduta nell’impianto dello Stato fascista e come, eventualmente, lo abbia cambiato nella sua concreta articolazione normativa e istituzionale. Una costruzione statuale, quella del fascismo, che costituisce l’altro tassello che, pur studiato dalla ricerca storica, conserva ancora molte angolature non del tutto messe alla luce, sulla via di un obiettivo finale: capire e spiegare cosa sia stato davvero, e se sia in effetti esistito, uno “Stato fascista” in Italia. Esito dello studio proposto nel saggio, è una precisa constatazione: si rivela ampio lo scarto tra il profluvio propagandistico del mito dell’antichità romana, che ha pervaso le vite degli italiani dal 1922 al 1945, e i reali cambiamenti nell’ordito istituzionale dello Stato. Più che per altri ambiti della storia del regime, la cui cifra appare l’essere sempre alle prese con i cortocircuiti tra parole e fatti, è proprio la forbice tra aspirazioni totalitarie in veste romano-imperiale e architettura statuale concreta ad apparire significativa.
«Lo Stato fascista fermo come su granito»: cortocircuiti di regime tra mito di Roma antica e realtà statuale
Fimiani Enzo
2022-01-01
Abstract
In occasione del centenario della “Marcia su Roma” (1922 / 2022), il saggio intende approfondire aspetti rilevanti, e non sempre trattati in modo adeguato, dell’esperienza storica fascista nell’Italia tra le due guerre mondiali del Novecento. Sulla base di un assunto ormai consolidato dalla storiografia italiana e internazionale – per cui il mito di Roma antica fu, insieme col mito del duce, la credenza mitologica più pervasiva di tutto l’universo simbolico fascista – nel contributo ci si propone di indagare quanta parte di questa mitopoiesi della romanità sia effettivamente ricaduta nell’impianto dello Stato fascista e come, eventualmente, lo abbia cambiato nella sua concreta articolazione normativa e istituzionale. Una costruzione statuale, quella del fascismo, che costituisce l’altro tassello che, pur studiato dalla ricerca storica, conserva ancora molte angolature non del tutto messe alla luce, sulla via di un obiettivo finale: capire e spiegare cosa sia stato davvero, e se sia in effetti esistito, uno “Stato fascista” in Italia. Esito dello studio proposto nel saggio, è una precisa constatazione: si rivela ampio lo scarto tra il profluvio propagandistico del mito dell’antichità romana, che ha pervaso le vite degli italiani dal 1922 al 1945, e i reali cambiamenti nell’ordito istituzionale dello Stato. Più che per altri ambiti della storia del regime, la cui cifra appare l’essere sempre alle prese con i cortocircuiti tra parole e fatti, è proprio la forbice tra aspirazioni totalitarie in veste romano-imperiale e architettura statuale concreta ad apparire significativa.File | Dimensione | Formato | |
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