In questo lavoro si analizza il significato del vino nel capitolo Il miracolo di Cana del romanzo Vreme čuda (1965) dello scrittore iugoslavo Borislav Pekić (1930-1992). È il capitolo che descrive il primo miracolo compiuto da Gesù, ossia la trasformazione dell’acqua in vino, presente soltanto nel Vangelo di Giovanni. Il testo di Pekić assume una duplice valenza perché si richiama sia al prototesto biblico, cioè il Nuovo Testamento, sia al capitolo Cana di Galilea del Settimo libro dei Fratelli Karamazov (1880) di Dostoevskij. Ne scaturisce un apocrifo audace, dove Giuda è destinato a portare a compimento il messaggio annunciato nelle Scritture. Anche se l’apostolo non crederà nel miracolo, farà sì che la trasformazione dell’acqua in vino sia intesa per ciò che essa rappresenta: ossia la fede annunciata da Gesù, manifesta nel miracolo del vino, dunque emblema della rivelazione.
“Vinum non habent”. Il banchetto escatologico del Tempo dei miracoli
Persida Lazarevic Di Giacomo
2022-01-01
Abstract
In questo lavoro si analizza il significato del vino nel capitolo Il miracolo di Cana del romanzo Vreme čuda (1965) dello scrittore iugoslavo Borislav Pekić (1930-1992). È il capitolo che descrive il primo miracolo compiuto da Gesù, ossia la trasformazione dell’acqua in vino, presente soltanto nel Vangelo di Giovanni. Il testo di Pekić assume una duplice valenza perché si richiama sia al prototesto biblico, cioè il Nuovo Testamento, sia al capitolo Cana di Galilea del Settimo libro dei Fratelli Karamazov (1880) di Dostoevskij. Ne scaturisce un apocrifo audace, dove Giuda è destinato a portare a compimento il messaggio annunciato nelle Scritture. Anche se l’apostolo non crederà nel miracolo, farà sì che la trasformazione dell’acqua in vino sia intesa per ciò che essa rappresenta: ossia la fede annunciata da Gesù, manifesta nel miracolo del vino, dunque emblema della rivelazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.