Il contributo non intende essere una trattazione di tipo metodologico sulle possibilità di analisi non distruttive nello studio di antiche pitture o sculture dipinte, perché in tal senso esistono numerosissimi contributi tecnici e metodologici, che sono molto più efficaci ad illustrare problematiche tecniche; la finalità risulta invece illustrare praticamente, attraverso casi studio specifici, i protocolli metodologici e tecnologici specifici utilizzati per pitture, affreschi e sculture in diversi contesti archeologici ed approfondirne gli aspetti iconografici e tecnici, oltre che diagnostici. Tali protocolli di sperimentazione sono messi in atto grazie alla collaborazione del CAAM (Centro di Ateneo di Archeometria e Microanalisi) di Chieti 1 con il Consorzio EuroTeCH 2 , che vede la partecipazione di diversi enti, istituti di ricerca e imprese private che operano nel campo dei Beni Culturali in ambito Europeo e Mediterraneo. Base di partenza per tutti i progetti intrapresi è stata una documentazione ad alta definizione che potesse fornire sia le basi per un rilievo fotogrammetrico HD, ma anche da base per il micro-mapping 3D delle superfici e per una foto-interpretazione con l’applicazione di filtri. Un ulteriore step previsto dai protocolli è quello dell’imaging multispettrale attraverso l’applicazione di fluorescenza UV e l’utilizzo di infra-rosso, per permettere di elaborare le immagini anche enfatizzando lo spettro del non visibile. Ulteriori procedimenti, utilizzati in alcuni casi specifici, sono stati l’elaborazione della riflettanza da laser scanner, l’utilizzo di termo-camera ad infrarosso e l’aggiunta di Spettrofotometria XRF. Fondamentale, inoltre, è l’utilizzo della microscopia digitale portatile, che permette di approfondire sia aspetti legati alle superfici pittoriche ed al colore, ma anche analizzare il substrato pittorico e la stratigrafia preparatoria. È chiaro che le numerose analisi hanno fornito informazioni spesso molto diverse, che solo in un quadro di insieme aiutano a ricostruire lacerti iconografici non più visibili o danneggiati, o ad eseguire una mappatura diagnostica di dettaglio, che in alcuni casi ha fornito anche una base imprescindibile per i progetti di restauro
Et imago apparuit. Protocolli analitici non invasivi per la ricostruzione iconografica e per la diagnostica di elementi pittorici e affreschi di età classica: alcuni casi esemplificativi in Italia, Egitto, Cipro e Libia
Oliva Menozzi
2022-01-01
Abstract
Il contributo non intende essere una trattazione di tipo metodologico sulle possibilità di analisi non distruttive nello studio di antiche pitture o sculture dipinte, perché in tal senso esistono numerosissimi contributi tecnici e metodologici, che sono molto più efficaci ad illustrare problematiche tecniche; la finalità risulta invece illustrare praticamente, attraverso casi studio specifici, i protocolli metodologici e tecnologici specifici utilizzati per pitture, affreschi e sculture in diversi contesti archeologici ed approfondirne gli aspetti iconografici e tecnici, oltre che diagnostici. Tali protocolli di sperimentazione sono messi in atto grazie alla collaborazione del CAAM (Centro di Ateneo di Archeometria e Microanalisi) di Chieti 1 con il Consorzio EuroTeCH 2 , che vede la partecipazione di diversi enti, istituti di ricerca e imprese private che operano nel campo dei Beni Culturali in ambito Europeo e Mediterraneo. Base di partenza per tutti i progetti intrapresi è stata una documentazione ad alta definizione che potesse fornire sia le basi per un rilievo fotogrammetrico HD, ma anche da base per il micro-mapping 3D delle superfici e per una foto-interpretazione con l’applicazione di filtri. Un ulteriore step previsto dai protocolli è quello dell’imaging multispettrale attraverso l’applicazione di fluorescenza UV e l’utilizzo di infra-rosso, per permettere di elaborare le immagini anche enfatizzando lo spettro del non visibile. Ulteriori procedimenti, utilizzati in alcuni casi specifici, sono stati l’elaborazione della riflettanza da laser scanner, l’utilizzo di termo-camera ad infrarosso e l’aggiunta di Spettrofotometria XRF. Fondamentale, inoltre, è l’utilizzo della microscopia digitale portatile, che permette di approfondire sia aspetti legati alle superfici pittoriche ed al colore, ma anche analizzare il substrato pittorico e la stratigrafia preparatoria. È chiaro che le numerose analisi hanno fornito informazioni spesso molto diverse, che solo in un quadro di insieme aiutano a ricostruire lacerti iconografici non più visibili o danneggiati, o ad eseguire una mappatura diagnostica di dettaglio, che in alcuni casi ha fornito anche una base imprescindibile per i progetti di restauroFile | Dimensione | Formato | |
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