Contemporaneamente ai romanzi Lo straniero e Caligola, Albert Camus lavorava al Mito di Sisifo, pubblicato in Francia nel 1942. Con questo saggio, si conclude la prima fase di quella che Camus definiva, parlando con l’amico e maestro Jean Grenier, «la mia opera». Dopo l’approccio immediato e pre-riflessivo alla tematica dell’assurdo nella raccolta di saggi intitolata Nozze, e dopo le personificazioni simboliche assurde tipiche dei romanzi, il concetto è oggettivato e soprattutto rifondato, come evidenziava Marcello Del Vecchio, «ai fini di un’articolazione metodologica di operazionismo etico-storico del progetto umano» capace di evitare il riduzionismo negativo1 al quale l’assurdo sembrava condannato dal legame con il suicidio nel Malinteso e in Caligola. Nel Mito di Sisifo, il suicidio come soluzione dell’assurdo è respinto, perché è respinta l’affermazione che «negare un senso alla vita conduca forzatamente a dichiarare che non valga la pena viverla»2. Tra gli estremi del suicidio e della speranza, «elisione mortale»3 del problema posto dall’insignificanza della vita, Sisifo, l’eroe del mito condannato dagli dei al supplizio di un’inutile fatica, addita una terza via, quella della coscienza.
Albert Camus e il problema dell'assurdo nel "Mito di Sisifo"
Giuliana Di Biase
2022-01-01
Abstract
Contemporaneamente ai romanzi Lo straniero e Caligola, Albert Camus lavorava al Mito di Sisifo, pubblicato in Francia nel 1942. Con questo saggio, si conclude la prima fase di quella che Camus definiva, parlando con l’amico e maestro Jean Grenier, «la mia opera». Dopo l’approccio immediato e pre-riflessivo alla tematica dell’assurdo nella raccolta di saggi intitolata Nozze, e dopo le personificazioni simboliche assurde tipiche dei romanzi, il concetto è oggettivato e soprattutto rifondato, come evidenziava Marcello Del Vecchio, «ai fini di un’articolazione metodologica di operazionismo etico-storico del progetto umano» capace di evitare il riduzionismo negativo1 al quale l’assurdo sembrava condannato dal legame con il suicidio nel Malinteso e in Caligola. Nel Mito di Sisifo, il suicidio come soluzione dell’assurdo è respinto, perché è respinta l’affermazione che «negare un senso alla vita conduca forzatamente a dichiarare che non valga la pena viverla»2. Tra gli estremi del suicidio e della speranza, «elisione mortale»3 del problema posto dall’insignificanza della vita, Sisifo, l’eroe del mito condannato dagli dei al supplizio di un’inutile fatica, addita una terza via, quella della coscienza.File | Dimensione | Formato | |
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