Il lavoro prende l'avvio dalla considerazione di come il linguaggio e le nozioni umane, sulle quali si basano la convivenza civile e il contratto sociale, siano artificiali e arbitrari: si pone quindi l'obiettivo concettuale di comprendere fino a che punto tale arbitrarietà necessariamente comporti relativismo dei valori. Il contributo rivisita così gli orientamenti della sociologia della conoscenza, nell'intento di pervenire a una sintesi originale tra i due poli oggettivista e soggettivista, la dialettica e la tensione tra i quali dominano la teoria sociologica classica e generalista tout-court. Sulla base di questi obiettivi, reinterpretando lo strutturalismo in chiave comprendente, si delinea altresì un originale statuto epistemologico il quale offre le basi teoriche per sostenere che è il pluralismo, inteso quale molteplicità di ragioni etiche soggettive, a poter costituire un argine allo stesso relativismo etico. La scelta del pluralismo, infatti, risponde alla volontà razionale dei singoli (a quel "senso intenzionato dell'agire" di weberiana memoria) di garantirsi un ordine sociale convenzionale fondato sul rispetto dei diritti fondamentali - o naturali - propri e dei propri simili, dal diritto alla vita fino alla libertà di pensiero. Se si perviene alla conclusione che il modello della società aperta - così come delineato da K.R. Popper - può configurare tale ordine sociale, pure occorre che non si conceda al suo interno diritto di cittadinanza a visioni apertamente nemiche del pluralismo, il quale correrà altrimenti il grave paradossale rischio di negare sé stesso.
Della relatività e del pluralismo dei valori. Saggio di teoria sociale intorno all’arbitrarietà del linguaggio e dei concetti
Daniela Sideri
2020-01-01
Abstract
Il lavoro prende l'avvio dalla considerazione di come il linguaggio e le nozioni umane, sulle quali si basano la convivenza civile e il contratto sociale, siano artificiali e arbitrari: si pone quindi l'obiettivo concettuale di comprendere fino a che punto tale arbitrarietà necessariamente comporti relativismo dei valori. Il contributo rivisita così gli orientamenti della sociologia della conoscenza, nell'intento di pervenire a una sintesi originale tra i due poli oggettivista e soggettivista, la dialettica e la tensione tra i quali dominano la teoria sociologica classica e generalista tout-court. Sulla base di questi obiettivi, reinterpretando lo strutturalismo in chiave comprendente, si delinea altresì un originale statuto epistemologico il quale offre le basi teoriche per sostenere che è il pluralismo, inteso quale molteplicità di ragioni etiche soggettive, a poter costituire un argine allo stesso relativismo etico. La scelta del pluralismo, infatti, risponde alla volontà razionale dei singoli (a quel "senso intenzionato dell'agire" di weberiana memoria) di garantirsi un ordine sociale convenzionale fondato sul rispetto dei diritti fondamentali - o naturali - propri e dei propri simili, dal diritto alla vita fino alla libertà di pensiero. Se si perviene alla conclusione che il modello della società aperta - così come delineato da K.R. Popper - può configurare tale ordine sociale, pure occorre che non si conceda al suo interno diritto di cittadinanza a visioni apertamente nemiche del pluralismo, il quale correrà altrimenti il grave paradossale rischio di negare sé stesso.File | Dimensione | Formato | |
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