Il paesaggio è un topos ricorrente della poesia romantica, tanto da costituirne un “conceit” paradigmatico. Oltre a rispondere alle categorie estetiche del tempo, ovvero il pittoresco e il sublime, l’attenzione dei Romantici per il paesaggio rivela un’allegoria interpretativa, un tentativo, cioè, di pervenire a un “order from chaos in the visual field” (Hotem 2016). Il saggio mostra come tale approccio “meta ambientale” al paesaggio romantico abbia informato, agli inizi del Novecento, l’opera editoriale di Anna Benneson McMahan. In un momento in cui l’Italia diviene un locus centrale di molta letteratura angloamericana, e numerosi romanzi e guide turistiche salutano la Toscana come moderna Arcadia (Pemble 1987; Roeck 2009), McMahan cura dei testi ibridi per i quali propongo l’etichetta di “anthoguides.” In Florence in the Poetry of the Brownings (1904), With Shelley in Italy (1905) e With Byron in Italy (1906), McMahan seleziona e organizza testi poetici e lettere in modo da costruire un itinerario geografico e narrativo. In tal modo, McMahan guida lo sguardo del lettore attraverso l’introduzione, ma anche una serie di illustrazioni e fotografie che alternano luoghi di natura a luoghi di cultura. Ponendo l’accento sulle rappresentazioni della Toscana che si rincontrano nelle lettere e nell’opera di Shelley e Byron, la mia relazione ha un duplice obiettivo. Da un lato, quello di mettere in luce la risposta dei due poeti al paesaggio e ai luoghi toscani; dall’altro, quello di riflettere sulle strategie utilizzate da McMahan nel calare lo sguardo dei due Romantici all’interno di un genere testuale ibrido, che si pone a metà strata tra l’antologia poetica e la guida turistica. Rispondendo all’interesse angloamericano del tempo per la Toscana, McMahan imprime un ordine nuovo al “campo visivo” di Shelley, Byron e i Browning nella direzione di un turismo di tipo letterario e culturale.
Sulle orme toscane di Byron, Shelley e i Browning: il discorso del turismo e il paesaggio romantico nelle "anthoguides" di Anna Benneson McMahan
canani
2022-01-01
Abstract
Il paesaggio è un topos ricorrente della poesia romantica, tanto da costituirne un “conceit” paradigmatico. Oltre a rispondere alle categorie estetiche del tempo, ovvero il pittoresco e il sublime, l’attenzione dei Romantici per il paesaggio rivela un’allegoria interpretativa, un tentativo, cioè, di pervenire a un “order from chaos in the visual field” (Hotem 2016). Il saggio mostra come tale approccio “meta ambientale” al paesaggio romantico abbia informato, agli inizi del Novecento, l’opera editoriale di Anna Benneson McMahan. In un momento in cui l’Italia diviene un locus centrale di molta letteratura angloamericana, e numerosi romanzi e guide turistiche salutano la Toscana come moderna Arcadia (Pemble 1987; Roeck 2009), McMahan cura dei testi ibridi per i quali propongo l’etichetta di “anthoguides.” In Florence in the Poetry of the Brownings (1904), With Shelley in Italy (1905) e With Byron in Italy (1906), McMahan seleziona e organizza testi poetici e lettere in modo da costruire un itinerario geografico e narrativo. In tal modo, McMahan guida lo sguardo del lettore attraverso l’introduzione, ma anche una serie di illustrazioni e fotografie che alternano luoghi di natura a luoghi di cultura. Ponendo l’accento sulle rappresentazioni della Toscana che si rincontrano nelle lettere e nell’opera di Shelley e Byron, la mia relazione ha un duplice obiettivo. Da un lato, quello di mettere in luce la risposta dei due poeti al paesaggio e ai luoghi toscani; dall’altro, quello di riflettere sulle strategie utilizzate da McMahan nel calare lo sguardo dei due Romantici all’interno di un genere testuale ibrido, che si pone a metà strata tra l’antologia poetica e la guida turistica. Rispondendo all’interesse angloamericano del tempo per la Toscana, McMahan imprime un ordine nuovo al “campo visivo” di Shelley, Byron e i Browning nella direzione di un turismo di tipo letterario e culturale.File | Dimensione | Formato | |
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