La cultura manoscritta è dialogica, mentre la cultura tipografica è omogenea e lineare. Questa, in estrema sintesi, la tesi sostenuta da Marshall McLuhan in alcuni dei saggi critici che anticipano o seguono la pubblicazione de La galassia Gutenberg (1962), in cui è riservato ampio spazio alle pratiche di costruzione e condivisione del sapere nell’antichità e, in particolare, in ambito medievale, nei monasteri, negli scriptoria e nelle prime università. L’arte del dictamen, la conoscenza del trivio e del quadrivio, l’alternanza tra il legere in silentio e la clara lectio, costituiscono processi comunicativi rilevanti, atteso che «la scrittura, la lettura e l’oratoria rimasero inseparabili fino a ben dopo l’avvento della stampa». L’autorità di Dante e Agostino è sfruttata da McLuhan in una direzione mediologica tesa a contestualizzare l’evoluzione delle pratiche discorsive, mnemoniche e dialogiche nel quadro più ampio dei cambiamenti funzionali imposti dalla stampa prima e dalla corrente elettrica poi, nell’ottica del mutamento di consapevolezza che ogni nuovo medium implica. Così il tomismo e la dialettica assurgono a pratica cognitiva, destinata a soppiantare la retorica classica, risemantizzata da Agostino in accezione cristiana. L’accostamento proposto da McLuhan tra il cubicolo del monaco medievale e la cabina telefonica è molto più di una suggestione, ispirata ai mutamenti spaziali, auditivi e tattili che il passaggio dalla civiltà manoscritta a quella tipografica e digitalizzata poi ha imposto. In primo piano si staglia la complessità della galassia vocale del nostro tempo, caratterizzata da paradigmi retorici e strutture simboliche in divenire, in parte retaggio delle pratiche dialo giche della cultura manoscritta. Nuove forme di lettura silenziosa e ad alta voce sono generate dalle comunicazioni digitali, sincrone e istantanee, anche grazie ai programmi di scrittura automatica e di dettatura analogica che scandiscono la nostra quotidianità digitale, sempre più sinestetica e connessa.
"La cultura manoscritta è dialogica". McLuhan e la galassia vocale
Lombardinilo Andrea
Primo
2023-01-01
Abstract
La cultura manoscritta è dialogica, mentre la cultura tipografica è omogenea e lineare. Questa, in estrema sintesi, la tesi sostenuta da Marshall McLuhan in alcuni dei saggi critici che anticipano o seguono la pubblicazione de La galassia Gutenberg (1962), in cui è riservato ampio spazio alle pratiche di costruzione e condivisione del sapere nell’antichità e, in particolare, in ambito medievale, nei monasteri, negli scriptoria e nelle prime università. L’arte del dictamen, la conoscenza del trivio e del quadrivio, l’alternanza tra il legere in silentio e la clara lectio, costituiscono processi comunicativi rilevanti, atteso che «la scrittura, la lettura e l’oratoria rimasero inseparabili fino a ben dopo l’avvento della stampa». L’autorità di Dante e Agostino è sfruttata da McLuhan in una direzione mediologica tesa a contestualizzare l’evoluzione delle pratiche discorsive, mnemoniche e dialogiche nel quadro più ampio dei cambiamenti funzionali imposti dalla stampa prima e dalla corrente elettrica poi, nell’ottica del mutamento di consapevolezza che ogni nuovo medium implica. Così il tomismo e la dialettica assurgono a pratica cognitiva, destinata a soppiantare la retorica classica, risemantizzata da Agostino in accezione cristiana. L’accostamento proposto da McLuhan tra il cubicolo del monaco medievale e la cabina telefonica è molto più di una suggestione, ispirata ai mutamenti spaziali, auditivi e tattili che il passaggio dalla civiltà manoscritta a quella tipografica e digitalizzata poi ha imposto. In primo piano si staglia la complessità della galassia vocale del nostro tempo, caratterizzata da paradigmi retorici e strutture simboliche in divenire, in parte retaggio delle pratiche dialo giche della cultura manoscritta. Nuove forme di lettura silenziosa e ad alta voce sono generate dalle comunicazioni digitali, sincrone e istantanee, anche grazie ai programmi di scrittura automatica e di dettatura analogica che scandiscono la nostra quotidianità digitale, sempre più sinestetica e connessa.File | Dimensione | Formato | |
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