Cosa significa parlare di “resilienza” in ambito educativo? Dove è possibile scoprirla, magari sotto altre sembianze, e in quali progetti è possibile inserirla? Basta una qualsiasi esperienza difficile in cui sperimentarsi, cercare e inventare nuove risorse per poter parlare di resilienza? Di conseguenza, la resilienza gode di un successo meritato? O forse è un termine abusato e, a volte, mal declinato nelle realtà educative e formative? Questo libro nasce a partire da queste domande e tenta di proporre una riflessione critica sull’educare e sull’educarsi alla resilienza, collocandone il costrutto in uno spazio di riflessione pedagogica che permetta, a chiunque si trovi a esercitare il ruolo di suo tutore, di comprendere le traiettorie di sviluppo di questo processo, nelle sue dimensioni costruttive o discriminanti. Lo sguardo dunque non può che chinarsi verso quell’agire pedagogico inteso come spazio di elaborazione e messa in opera del processo resiliente, proponendo esperienze e prassi orientate a decostruire e ricostruire i dispositivi educativi di tali processi. La riflessione sul lavoro educativo e formativo per la resilienza nonché le metodologie narrative e art based presentate in questo libro, infatti, consentono al lettore di confrontarsi, documentare e mediare i risultati della ricerca con le varie pratiche che la potrebbero ospitare: il lavoro con la famiglia, la scuola, l’educazione degli adulti, i contesti di cura e prevenzione, il sociale. A questa complessa fenomenologia sulla formazione, per educarsi ed educare alla resilienza, si ancora dunque questo libro, con l’intenzione di problematizzare e tematizzare i contorni sfuggenti di saperi e attività (ufficiali ed esperienziali, espliciti, impliciti e taciti) che si giocano in tali contesti, enfatizzando il ruolo del fattore mentoring. Il volume si rivolge a quanti devono e possono, nella loro attività professionale, farsi mentori di resilienza: pedagogisti, educatori, insegnanti, professionisti della cura e della prevenzione, assistenti sociali, psicologi, giuristi.
Come Canne di bambù. Farsi mentori della resilienza nel lavoro educativo
Garista P
2018-01-01
Abstract
Cosa significa parlare di “resilienza” in ambito educativo? Dove è possibile scoprirla, magari sotto altre sembianze, e in quali progetti è possibile inserirla? Basta una qualsiasi esperienza difficile in cui sperimentarsi, cercare e inventare nuove risorse per poter parlare di resilienza? Di conseguenza, la resilienza gode di un successo meritato? O forse è un termine abusato e, a volte, mal declinato nelle realtà educative e formative? Questo libro nasce a partire da queste domande e tenta di proporre una riflessione critica sull’educare e sull’educarsi alla resilienza, collocandone il costrutto in uno spazio di riflessione pedagogica che permetta, a chiunque si trovi a esercitare il ruolo di suo tutore, di comprendere le traiettorie di sviluppo di questo processo, nelle sue dimensioni costruttive o discriminanti. Lo sguardo dunque non può che chinarsi verso quell’agire pedagogico inteso come spazio di elaborazione e messa in opera del processo resiliente, proponendo esperienze e prassi orientate a decostruire e ricostruire i dispositivi educativi di tali processi. La riflessione sul lavoro educativo e formativo per la resilienza nonché le metodologie narrative e art based presentate in questo libro, infatti, consentono al lettore di confrontarsi, documentare e mediare i risultati della ricerca con le varie pratiche che la potrebbero ospitare: il lavoro con la famiglia, la scuola, l’educazione degli adulti, i contesti di cura e prevenzione, il sociale. A questa complessa fenomenologia sulla formazione, per educarsi ed educare alla resilienza, si ancora dunque questo libro, con l’intenzione di problematizzare e tematizzare i contorni sfuggenti di saperi e attività (ufficiali ed esperienziali, espliciti, impliciti e taciti) che si giocano in tali contesti, enfatizzando il ruolo del fattore mentoring. Il volume si rivolge a quanti devono e possono, nella loro attività professionale, farsi mentori di resilienza: pedagogisti, educatori, insegnanti, professionisti della cura e della prevenzione, assistenti sociali, psicologi, giuristi.File | Dimensione | Formato | |
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