Il presente lavoro è dedicato all’analisi di un manoscritto anonimo, conservato nell’Archivio di Zara (Misc. 17.607.24/1.1.54.), che ricostruisce la storia di Stefano il Piccolo. Il testo (54 fogli numerati solo sul fronte) è in italiano e si presume sia stato scritto da un funzionario della Repubblica di Venezia. Consta di tre blocchi narrativi di cui quello centrale di particolare rilievo per le congetture proposte, per lo stile e la forma espressiva: in questa sezione, infatti, l’autore formula la «bina ipotesi», ossia sostiene che Stefano il Piccolo sia lo zar russo riparato in Montenegro o, in alternativa, l’emissario di uno stato estero, e non un semplice millantatore che aveva assunto identità altrui. Probabilmente coevo ai fatti narrati (1767-1773), il manoscritto, seppur incompleto, costituisce un prezioso punto di vista sulla figura di questo ignoto avventuriero.
La «bina ipotesi» su Stefano il Piccolo nell’anonimo manoscritto dell’Archivio di Zara (Misc. 17.607.24/1.1.54)
Lazarevic Di Giacomo, Persida
2023-01-01
Abstract
Il presente lavoro è dedicato all’analisi di un manoscritto anonimo, conservato nell’Archivio di Zara (Misc. 17.607.24/1.1.54.), che ricostruisce la storia di Stefano il Piccolo. Il testo (54 fogli numerati solo sul fronte) è in italiano e si presume sia stato scritto da un funzionario della Repubblica di Venezia. Consta di tre blocchi narrativi di cui quello centrale di particolare rilievo per le congetture proposte, per lo stile e la forma espressiva: in questa sezione, infatti, l’autore formula la «bina ipotesi», ossia sostiene che Stefano il Piccolo sia lo zar russo riparato in Montenegro o, in alternativa, l’emissario di uno stato estero, e non un semplice millantatore che aveva assunto identità altrui. Probabilmente coevo ai fatti narrati (1767-1773), il manoscritto, seppur incompleto, costituisce un prezioso punto di vista sulla figura di questo ignoto avventuriero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.