La comunicazione è stata una dimensione cruciale del periodo di emergenza da Covid-19 in cui alla pandemia sanitaria si sono sommati, in uno stato di «policrisi», problemi economici, politici, sociali ed esistenziali. Canale di informazione e persuasione, spazio residuale di socievolezza, campo di confronto e polemica tra posizioni antagoniste, l’ecosistema mediale è stato investito da un’accelerazione di mutamenti strutturali già in atto che si ripercuotono sulla vita pubblica e sulle esistenze private. È a queste tendenze di lungo periodo che dobbiamo anzitutto guardare per comprendere meglio l’effetto sindemico del coronavirus [Horton 2020]. In particolare, l’uso crescente dei social network ha condotto a un aumento esponenziale della letteratura sulla simbiosi tra i contenuti e le forme delle comunicazioni «della», «alla» e «sulla» politica e i nuovi media. Significativi sono i risultati riguardo ai messaggi e agli stili comunicativi, agli effetti della comunicazione politica sulla popolarità dei leader e dei partiti, alla loro capacità di generare influenza – ascolto, tribuna, interazione, mobilitazione, agenda setting e framing – e al rapporto controverso sul successo elettorale. Si osserva per altro verso un «riduzionismo comunicativo» che si è affermato negli studi italiani per ragioni sia accademiche che pubblicistiche. [...] Ciò che sta venendo meno è l’analisi delle trasformazioni del sistema politico-istituzionale – la destrutturazione territoriale dei partiti, la scomparsa della militanza di sezione, la leaderizzazione, ecc. – e del sistema mediale – la nascita di un ecosistema mediatico ibrido, decentrato e reticolare –, i mutamenti di struttura di una sfera pubblica più policentrica, l’infrastrutturazione high-tech della media logic e le interdipendenze con gli sviluppi economici globali. Così scompare l’aspetto solo apparentemente paradossale per cui, sebbene la sfera pubblica sia essenzialmente uno spazio comunicativo, una prospettiva strettamente comunicativa non è sufficiente per la sua comprensione e spiegazione. Non è privo di utilità il tentativo di comporre dapprima una rassegna almeno sui principali mutamenti di struttura della sfera pubblica, in particolare dell’ecosistema mediale con l’avvento di Internet e dei platform media.

Sfera pubblica e comunicazione politica al tempo delle piattaforme

Corchia Luca
2023-01-01

Abstract

La comunicazione è stata una dimensione cruciale del periodo di emergenza da Covid-19 in cui alla pandemia sanitaria si sono sommati, in uno stato di «policrisi», problemi economici, politici, sociali ed esistenziali. Canale di informazione e persuasione, spazio residuale di socievolezza, campo di confronto e polemica tra posizioni antagoniste, l’ecosistema mediale è stato investito da un’accelerazione di mutamenti strutturali già in atto che si ripercuotono sulla vita pubblica e sulle esistenze private. È a queste tendenze di lungo periodo che dobbiamo anzitutto guardare per comprendere meglio l’effetto sindemico del coronavirus [Horton 2020]. In particolare, l’uso crescente dei social network ha condotto a un aumento esponenziale della letteratura sulla simbiosi tra i contenuti e le forme delle comunicazioni «della», «alla» e «sulla» politica e i nuovi media. Significativi sono i risultati riguardo ai messaggi e agli stili comunicativi, agli effetti della comunicazione politica sulla popolarità dei leader e dei partiti, alla loro capacità di generare influenza – ascolto, tribuna, interazione, mobilitazione, agenda setting e framing – e al rapporto controverso sul successo elettorale. Si osserva per altro verso un «riduzionismo comunicativo» che si è affermato negli studi italiani per ragioni sia accademiche che pubblicistiche. [...] Ciò che sta venendo meno è l’analisi delle trasformazioni del sistema politico-istituzionale – la destrutturazione territoriale dei partiti, la scomparsa della militanza di sezione, la leaderizzazione, ecc. – e del sistema mediale – la nascita di un ecosistema mediatico ibrido, decentrato e reticolare –, i mutamenti di struttura di una sfera pubblica più policentrica, l’infrastrutturazione high-tech della media logic e le interdipendenze con gli sviluppi economici globali. Così scompare l’aspetto solo apparentemente paradossale per cui, sebbene la sfera pubblica sia essenzialmente uno spazio comunicativo, una prospettiva strettamente comunicativa non è sufficiente per la sua comprensione e spiegazione. Non è privo di utilità il tentativo di comporre dapprima una rassegna almeno sui principali mutamenti di struttura della sfera pubblica, in particolare dell’ecosistema mediale con l’avvento di Internet e dei platform media.
2023
978-88-15-38267-2
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