Seguendo la sua missione critica e interlocutoria, mai autoreferenziale, dal 1963 al 2022 Emiliano Giancristofaro diresse un antico periodico culturale, la Rivista Abruzzese, coagulando intorno ad essa menti critiche e impegnate. Il periodico gli era stato affidato nel 1961 dal fondatore Francesco Verlengia, che nel 1948 a Chieti aveva rimesso in cantiere, semplificandone il titolo, la Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti, iniziata a Teramo nel 1886 per volontà di Orazio Albi, Eugenio Cerulli, Federico Occella, Giuseppe Savini e Vittorio Savorini; questo trimestrale portava l’impronta dello storico e bibliografo Giacinto Pannella, che l’aveva diretto dal 1892 ma nel 1919, ormai cieco, aveva dovuto chiudere l'impresa editoriale. La RASLA teramana segnò (e costruì) la vita intellettuale regionale per oltre trent’anni: pubblicò ricerche di storia, storia dell’arte, archeologia, filosofia, filologia, linguistica, dialettologia e scienza del folklore, e con questi obbiettivi era rinata a Chieti per opera di Francesco Verlengia. Ma sotto Giancristofaro, e grazie alla sua missione gramsciana, la RA diventa eco-territoriale: con Beniamino Rosati, Lidia ed Elena Croce, Alfonso Di Nola, Ireneo Bellotta, Piero Palumbo, Francesco Iengo, Antonino Di Giorgio, Alfredo Sabella e tanti altri collaboratori, esprime una volontà di militanza nella salvaguardia del territorio, oltre che nella sua conoscenza, diventando un centro di aggregazione e di espressione per gli intellettuali organici del territorio.
Editoria e missione etica. La direzione della Rivista Abruzzese: dal 1961 al 2022
Lia Giancristofaro
2023-01-01
Abstract
Seguendo la sua missione critica e interlocutoria, mai autoreferenziale, dal 1963 al 2022 Emiliano Giancristofaro diresse un antico periodico culturale, la Rivista Abruzzese, coagulando intorno ad essa menti critiche e impegnate. Il periodico gli era stato affidato nel 1961 dal fondatore Francesco Verlengia, che nel 1948 a Chieti aveva rimesso in cantiere, semplificandone il titolo, la Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti, iniziata a Teramo nel 1886 per volontà di Orazio Albi, Eugenio Cerulli, Federico Occella, Giuseppe Savini e Vittorio Savorini; questo trimestrale portava l’impronta dello storico e bibliografo Giacinto Pannella, che l’aveva diretto dal 1892 ma nel 1919, ormai cieco, aveva dovuto chiudere l'impresa editoriale. La RASLA teramana segnò (e costruì) la vita intellettuale regionale per oltre trent’anni: pubblicò ricerche di storia, storia dell’arte, archeologia, filosofia, filologia, linguistica, dialettologia e scienza del folklore, e con questi obbiettivi era rinata a Chieti per opera di Francesco Verlengia. Ma sotto Giancristofaro, e grazie alla sua missione gramsciana, la RA diventa eco-territoriale: con Beniamino Rosati, Lidia ed Elena Croce, Alfonso Di Nola, Ireneo Bellotta, Piero Palumbo, Francesco Iengo, Antonino Di Giorgio, Alfredo Sabella e tanti altri collaboratori, esprime una volontà di militanza nella salvaguardia del territorio, oltre che nella sua conoscenza, diventando un centro di aggregazione e di espressione per gli intellettuali organici del territorio.File | Dimensione | Formato | |
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