Il volume prende in esame la disciplina delle diverse fattispecie di conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento regolate dal D. lgs. 8 luglio 1999, n. 270 e dalla successiva legge Marzano (D.L. 23 dicembre 2003, n. 347). La normativa sopra richiamata presente una indubbia rilevanza pratica, in quanto regola il passaggio da una procedura che persegue obiettivi conservativi dell'impresa – o quanto meno, del suo patrimonio – ad una procedura (il fallimento) che persegue obiettivi liquidatori. In quanto tale, essa è destinata ad incidere sui molteplici interessi coinvolti nella crisi di impresa: da quelli del ceto creditorio al soddisfacimento delle proprie ragioni a quelli dei lavoratori alal conservazione del posto; da quelli dei finanziatori al recupero del capitale di rischio conferito a quelli dei piccoli risparmiatori alla salvaguardia dei propri risparmi ivestiti in titoli obbligazionari dell'impresa. La disciplina de qua presenta, tuttavia, anche una non trascurabile importanza teorica, in quanto per la prima volta il legislatore codifica con una certa ampiezza l'istituto della “conversione”, facendo riferimento al fenomeno caratterizzato dal susseguirsi di diverse procedure concorsuali. Da qui l'impostazione del volume. Nel primo ed ampio capitolo, dopo aver esaminato la conversione dell'atto negoziale, dell'atto processuale e del procedimento, l'A. “giunge a delineare in 'prime conclusioni' quella che – con un po' di audacia – si potrebbe definire come una 'proposta di una dottrina generale' della 'conversione' … volta a fissare in un disegno sintetico non soltanto la definizione di 'conversione' sul piano dei concetti (come mutamento di una fattispecie o di un gruppo di fattispecie) ma altresì .. le ragioni che giustificano l'istituto, nonché … un nucleo essenziale di effetti che è possibile attendere dal suo impiego come strumento” (così, E.F. RICCI, nella recensione al volume, in Riv. Dir. Proc., 2006, n. 1, pag. 330). Nei capitoli successivi l'A. passa ad esaminare soprattutto i problemi di carattere applicativo che la normativa in esame pone, cercando di trovare la relativa soluzione anche attraverso l'impiego dello strumento elaborato nel primo capitolo. Nel secondo capitolo vengono esaminati i presupposti della conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, mentre nel terzo viene analizzata la disciplina del provvedimento giudiziale di conversione. Il quarto capitolo è dedicato, infine, al tema degli effetti della conversione, e cioè ai rapporti tra le due procedure in sequenza. Si tratta dell'analisi di quell'imponente complesso di problemi ai quali si fa riferimento quando si parla di 'consecuzione' di procedure concorsuali: l'A affronta tutte le diverse questioni di diritto positivo che si pongono nella specie, con una disamina ampia ed articolata. L'opera è stata segnalata in una recensione fatta da uno specialista della materia processuale e fallimentare come “un ottimo punto di riferimento” che “reca un effettivo contributo alla discussione” (così, E.F. RICCI, nella recensione al volume, in Riv. Dir. Proc., 2006, n. 1, pag. 331).

La conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento

MARTINO, ROBERTO
2004-01-01

Abstract

Il volume prende in esame la disciplina delle diverse fattispecie di conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento regolate dal D. lgs. 8 luglio 1999, n. 270 e dalla successiva legge Marzano (D.L. 23 dicembre 2003, n. 347). La normativa sopra richiamata presente una indubbia rilevanza pratica, in quanto regola il passaggio da una procedura che persegue obiettivi conservativi dell'impresa – o quanto meno, del suo patrimonio – ad una procedura (il fallimento) che persegue obiettivi liquidatori. In quanto tale, essa è destinata ad incidere sui molteplici interessi coinvolti nella crisi di impresa: da quelli del ceto creditorio al soddisfacimento delle proprie ragioni a quelli dei lavoratori alal conservazione del posto; da quelli dei finanziatori al recupero del capitale di rischio conferito a quelli dei piccoli risparmiatori alla salvaguardia dei propri risparmi ivestiti in titoli obbligazionari dell'impresa. La disciplina de qua presenta, tuttavia, anche una non trascurabile importanza teorica, in quanto per la prima volta il legislatore codifica con una certa ampiezza l'istituto della “conversione”, facendo riferimento al fenomeno caratterizzato dal susseguirsi di diverse procedure concorsuali. Da qui l'impostazione del volume. Nel primo ed ampio capitolo, dopo aver esaminato la conversione dell'atto negoziale, dell'atto processuale e del procedimento, l'A. “giunge a delineare in 'prime conclusioni' quella che – con un po' di audacia – si potrebbe definire come una 'proposta di una dottrina generale' della 'conversione' … volta a fissare in un disegno sintetico non soltanto la definizione di 'conversione' sul piano dei concetti (come mutamento di una fattispecie o di un gruppo di fattispecie) ma altresì .. le ragioni che giustificano l'istituto, nonché … un nucleo essenziale di effetti che è possibile attendere dal suo impiego come strumento” (così, E.F. RICCI, nella recensione al volume, in Riv. Dir. Proc., 2006, n. 1, pag. 330). Nei capitoli successivi l'A. passa ad esaminare soprattutto i problemi di carattere applicativo che la normativa in esame pone, cercando di trovare la relativa soluzione anche attraverso l'impiego dello strumento elaborato nel primo capitolo. Nel secondo capitolo vengono esaminati i presupposti della conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, mentre nel terzo viene analizzata la disciplina del provvedimento giudiziale di conversione. Il quarto capitolo è dedicato, infine, al tema degli effetti della conversione, e cioè ai rapporti tra le due procedure in sequenza. Si tratta dell'analisi di quell'imponente complesso di problemi ai quali si fa riferimento quando si parla di 'consecuzione' di procedure concorsuali: l'A affronta tutte le diverse questioni di diritto positivo che si pongono nella specie, con una disamina ampia ed articolata. L'opera è stata segnalata in una recensione fatta da uno specialista della materia processuale e fallimentare come “un ottimo punto di riferimento” che “reca un effettivo contributo alla discussione” (così, E.F. RICCI, nella recensione al volume, in Riv. Dir. Proc., 2006, n. 1, pag. 331).
2004
88-14-11390-4
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