Nel centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti (1885-1924), questo libro ne ripercorre la vicenda in modo non rituale. Di uno dei delitti più simbolici dell’intero Novecento non si vuole, infatti, né offrire un racconto dettagliato; né scandire i canoni consolidati dei suoi quando, come, perché; né farsi sedurre dalle trame delle mille eredità, storiche e soprattutto memoriali, che da un secolo a questa parte si sono accumulate. Nel volume viene proposta una reinterpretazione di Matteotti, offrendo a chi legge alcune sfide intellettuali e civili. Almeno tre emergono come principali: decostruire il suo mito su tutti i diversi piani nei quali si sviluppa, ideale o politico, celebrativo o ideologico, per ricondurlo alla storia e alle sue molteplici variabili; «normalizzare» la sua uccisione togliendole la patina di evento eccezionale, non per fare opera di deminutio bensì per inserirla in contesti più ampi e complessi, ridando così un peso e un significato non di maniera alla sua esistenza; riflettere sullo strano destino politico di Matteotti, icona del Novecento, ma, per certi versi, cattiva coscienza delle contraddizioni e dei cortocircuiti di tutte le famiglie politiche del secolo, nella «sua» sinistra come nelle destre, perché a nessuna omologabile, da nessuna manipolabile e, per tutte, «una macchia, una colpa». Attraverso il libro, si comprende come parlare di Giacomo Matteotti non significhi soltanto occuparsi dell’uomo, del politico, del suo immediato contesto storico e della memoria di lungo periodo che egli genera, bensì impone anche di confrontarsi con la storia dell’Italia contemporanea nel suo complesso e con alcuni dei suoi nodi strutturali che giungono fino alla nostra attualità.
Un'idea di Matteotti: un secolo dopo
Fimiani Enzo
2024-01-01
Abstract
Nel centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti (1885-1924), questo libro ne ripercorre la vicenda in modo non rituale. Di uno dei delitti più simbolici dell’intero Novecento non si vuole, infatti, né offrire un racconto dettagliato; né scandire i canoni consolidati dei suoi quando, come, perché; né farsi sedurre dalle trame delle mille eredità, storiche e soprattutto memoriali, che da un secolo a questa parte si sono accumulate. Nel volume viene proposta una reinterpretazione di Matteotti, offrendo a chi legge alcune sfide intellettuali e civili. Almeno tre emergono come principali: decostruire il suo mito su tutti i diversi piani nei quali si sviluppa, ideale o politico, celebrativo o ideologico, per ricondurlo alla storia e alle sue molteplici variabili; «normalizzare» la sua uccisione togliendole la patina di evento eccezionale, non per fare opera di deminutio bensì per inserirla in contesti più ampi e complessi, ridando così un peso e un significato non di maniera alla sua esistenza; riflettere sullo strano destino politico di Matteotti, icona del Novecento, ma, per certi versi, cattiva coscienza delle contraddizioni e dei cortocircuiti di tutte le famiglie politiche del secolo, nella «sua» sinistra come nelle destre, perché a nessuna omologabile, da nessuna manipolabile e, per tutte, «una macchia, una colpa». Attraverso il libro, si comprende come parlare di Giacomo Matteotti non significhi soltanto occuparsi dell’uomo, del politico, del suo immediato contesto storico e della memoria di lungo periodo che egli genera, bensì impone anche di confrontarsi con la storia dell’Italia contemporanea nel suo complesso e con alcuni dei suoi nodi strutturali che giungono fino alla nostra attualità.File | Dimensione | Formato | |
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