Soggetto di questo lavoro è l’immagine del territorio comunale di Pescara fornita dalle mappe catastali che costituiscono il primo gruppo di documenti grafici realizzato all’inizio del secolo scorso a carattere pubblico. Le ottantacinque mappe risalenti all’istituzione del catasto del Comune di Pescara sono un patrimonio notevole, una documentazione visiva dello stato di un territorio che sino agli anni Trenta del Novecento non ebbe una raffigurazione completa e minuziosa. Dal prezioso corpus documentario soltanto 45 mappe sono relative all’attuale territorio comunale e sono pubblicate nel volume con breve descrizione. La lettura delle mappe come raffigurazione non tecnica, ossia iconografica, si sviluppa in due ambiti: quello urbano e quello dei territori agricoli, rilevandone segni, forme e caratteri. Il saggio introduce una riflessione sulla rappresentazione cartografica, definendo il duplice aspetto dell’immagine e dello strumento. Il primo in riferimento alla vista, il secondo in merito all’utilità. In entrambi i casi la raffigurazione assume la scala di riduzione e l’impiego di simboli per registrare lo stato di fatto del territorio. Le mappe catastali d’impianto di Pescara dopo aver assolto la funzione di governo del territorio per quasi un secolo, all’inizio del 2000 sono diventate documentazione perché si è passati alla digitalizzazione. Nella seconda parte del saggio il 1882 segna il passaggio dalla cartografia a scopo militare a quella a fini erariali, quindi una nuova raffigurazione del tutto strumentale guidato dal Ministero delle Finanze. Ne conseguono i primi rilevamenti mensori a Sud e a Nord del fiume finalizzati alla redazione di mappe urbane e fondiarie. Il saggio si chiude affrontando una lettura puntuale di alcuni ambiti della città.
L'immagine orizzontale di Pescara.
Pasquale Tunzi
2024-01-01
Abstract
Soggetto di questo lavoro è l’immagine del territorio comunale di Pescara fornita dalle mappe catastali che costituiscono il primo gruppo di documenti grafici realizzato all’inizio del secolo scorso a carattere pubblico. Le ottantacinque mappe risalenti all’istituzione del catasto del Comune di Pescara sono un patrimonio notevole, una documentazione visiva dello stato di un territorio che sino agli anni Trenta del Novecento non ebbe una raffigurazione completa e minuziosa. Dal prezioso corpus documentario soltanto 45 mappe sono relative all’attuale territorio comunale e sono pubblicate nel volume con breve descrizione. La lettura delle mappe come raffigurazione non tecnica, ossia iconografica, si sviluppa in due ambiti: quello urbano e quello dei territori agricoli, rilevandone segni, forme e caratteri. Il saggio introduce una riflessione sulla rappresentazione cartografica, definendo il duplice aspetto dell’immagine e dello strumento. Il primo in riferimento alla vista, il secondo in merito all’utilità. In entrambi i casi la raffigurazione assume la scala di riduzione e l’impiego di simboli per registrare lo stato di fatto del territorio. Le mappe catastali d’impianto di Pescara dopo aver assolto la funzione di governo del territorio per quasi un secolo, all’inizio del 2000 sono diventate documentazione perché si è passati alla digitalizzazione. Nella seconda parte del saggio il 1882 segna il passaggio dalla cartografia a scopo militare a quella a fini erariali, quindi una nuova raffigurazione del tutto strumentale guidato dal Ministero delle Finanze. Ne conseguono i primi rilevamenti mensori a Sud e a Nord del fiume finalizzati alla redazione di mappe urbane e fondiarie. Il saggio si chiude affrontando una lettura puntuale di alcuni ambiti della città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


