Negli studi sull’architettura ellenistica nel Mediterraneo Orientale, sono solitamente l’architettura pubblica o l’architettura funeraria a ricevere maggiori attenzioni, o al limite sono i grandi palazzi degli Attalidi, dei Seleucidi e dei Tolomei. L’architettura domestica, legata ad una quotidianità più semplice, ma molto più diffusa, viene spesso tralasciata, a discapito di una quadro ricostruttivo esaustivo. Risulta evidente che i contesti di Egitto, Cipro e Cirenaica, rientrino in un quadro politicamente omogeneo che definiamo Tolemaico, ma che culturalmente e socialmente è, in realtà, caratterizzato da una grande complessità. Si tratta, infatti, di ‘bacini culturali’ estremamente diversi, frutto di stratificazioni socio-culturali e adattamenti locali, che determinano una grande differenziazione negli esiti architettonici, anche di regione in regione, con livelli diversi di ibridazione tra tradizioni locali ed influenze alloctone. Le tipologie di abitazioni che troviamo in questi contesti in età Tolemaica sono, pertanto, molto varie, se prestiamo attenzione alle dimore e non ai palazzi, anche se a volte, come in contesto Alessandrino o Cipriota, l’ispirazione ai palazzi rimane viva anche in abitazioni modeste, soprattutto negli apparati decorativi e nell’articolazione su cortile centrale. Tale differenziazione tipologica si può cogliere in primis in Egitto, dove un’architettura fatta di materiali più deperibili, come il mattone crudo e il legno, trova una maggiore conservazione; inoltre, in tali contesti la forte tradizione cultuale locale determina anche una lunga continuità nelle tecniche costruttive, come nelle planimetrie.
EGITTO, CIPRO E CIRENAICA: ARCHITETTURA DOMESTICA IN ETÀ ELLENISTICA E NELLE PRIME FASI DELLA ROMANIZZAZIONE TRA IBRIDISMO E CONTINUITÀ
Oliva Menozzi
2024-01-01
Abstract
Negli studi sull’architettura ellenistica nel Mediterraneo Orientale, sono solitamente l’architettura pubblica o l’architettura funeraria a ricevere maggiori attenzioni, o al limite sono i grandi palazzi degli Attalidi, dei Seleucidi e dei Tolomei. L’architettura domestica, legata ad una quotidianità più semplice, ma molto più diffusa, viene spesso tralasciata, a discapito di una quadro ricostruttivo esaustivo. Risulta evidente che i contesti di Egitto, Cipro e Cirenaica, rientrino in un quadro politicamente omogeneo che definiamo Tolemaico, ma che culturalmente e socialmente è, in realtà, caratterizzato da una grande complessità. Si tratta, infatti, di ‘bacini culturali’ estremamente diversi, frutto di stratificazioni socio-culturali e adattamenti locali, che determinano una grande differenziazione negli esiti architettonici, anche di regione in regione, con livelli diversi di ibridazione tra tradizioni locali ed influenze alloctone. Le tipologie di abitazioni che troviamo in questi contesti in età Tolemaica sono, pertanto, molto varie, se prestiamo attenzione alle dimore e non ai palazzi, anche se a volte, come in contesto Alessandrino o Cipriota, l’ispirazione ai palazzi rimane viva anche in abitazioni modeste, soprattutto negli apparati decorativi e nell’articolazione su cortile centrale. Tale differenziazione tipologica si può cogliere in primis in Egitto, dove un’architettura fatta di materiali più deperibili, come il mattone crudo e il legno, trova una maggiore conservazione; inoltre, in tali contesti la forte tradizione cultuale locale determina anche una lunga continuità nelle tecniche costruttive, come nelle planimetrie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


