Tra le grandi presenze architettoniche dell’EUR, il Palazzo della Civiltà Romana manifesta caratteri del tutto peculiari. Innanzitutto, è una sorta di edificio ‘doppio’ in cui i corpi laterali, che ospitano gli ingressi, rivestono il ruolo principale, mentre il blocco centrale, sul quale dovrebbero convergere la visione, è in realtà un semplice diaframma. In secondo luogo, i lunghi prospetti che delimitano lateralmente lo spazio sono privi di aperture. Ancora, il materiale prevalente si pone in netta antitesi rispetto al marmo chiaro generalmente presente negli altri edifici monumentali, esibendo un tono cromatico scuro lontano dall’abbacinante candore dominante nel quartiere. Particolare è infine anche la committenza, che non è quella statale o di importanti Enti pubblici (INA, INPS, etc.), ma di un soggetto privato come la Fiat, peraltro centrale nella storia economica e sociale del nostro Paese. Questi sono solo alcuni dei motivi alla base dell’interesse critico nei confronti dell’edificio; ai quali è da aggiungere la scarsa conoscenza dell’opera, rimasta fino ad oggi priva di esaustivi riferimenti documentari e di adeguata attenzione critica. Tuttavia, una sollecitazione non meno importante è derivata dalla particolare impressione che si riceve oltrepassando i due avancorpi che introducono alla corte centrale e percorrendo il particolarissimo spazio racchiuso, al tempo stesso avvolgente e distaccato: una sorta di unicum nel pur variegato quadro architettonico del tempo. Lo studio di questo edificio ha significato dunque intraprendere innanzitutto un percorso inesplorato, che ha portato a confermare come una paziente indagine archivistica/analitica ed un’attenta osservazione dell’opera possano condurre ad interpretare significati nascosti e spiegare elementi altrimenti di problematica lettura. Ma, soprattutto, lo studio compiuto ha confermato la capacità dell’EUR di riservare ancora oggi impreviste scoperte a chi vi si accosti senza prevenzioni critiche.
Il Palazzo della Civiltà Romana
Marcello Villani
2024-01-01
Abstract
Tra le grandi presenze architettoniche dell’EUR, il Palazzo della Civiltà Romana manifesta caratteri del tutto peculiari. Innanzitutto, è una sorta di edificio ‘doppio’ in cui i corpi laterali, che ospitano gli ingressi, rivestono il ruolo principale, mentre il blocco centrale, sul quale dovrebbero convergere la visione, è in realtà un semplice diaframma. In secondo luogo, i lunghi prospetti che delimitano lateralmente lo spazio sono privi di aperture. Ancora, il materiale prevalente si pone in netta antitesi rispetto al marmo chiaro generalmente presente negli altri edifici monumentali, esibendo un tono cromatico scuro lontano dall’abbacinante candore dominante nel quartiere. Particolare è infine anche la committenza, che non è quella statale o di importanti Enti pubblici (INA, INPS, etc.), ma di un soggetto privato come la Fiat, peraltro centrale nella storia economica e sociale del nostro Paese. Questi sono solo alcuni dei motivi alla base dell’interesse critico nei confronti dell’edificio; ai quali è da aggiungere la scarsa conoscenza dell’opera, rimasta fino ad oggi priva di esaustivi riferimenti documentari e di adeguata attenzione critica. Tuttavia, una sollecitazione non meno importante è derivata dalla particolare impressione che si riceve oltrepassando i due avancorpi che introducono alla corte centrale e percorrendo il particolarissimo spazio racchiuso, al tempo stesso avvolgente e distaccato: una sorta di unicum nel pur variegato quadro architettonico del tempo. Lo studio di questo edificio ha significato dunque intraprendere innanzitutto un percorso inesplorato, che ha portato a confermare come una paziente indagine archivistica/analitica ed un’attenta osservazione dell’opera possano condurre ad interpretare significati nascosti e spiegare elementi altrimenti di problematica lettura. Ma, soprattutto, lo studio compiuto ha confermato la capacità dell’EUR di riservare ancora oggi impreviste scoperte a chi vi si accosti senza prevenzioni critiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


