Per il sommo poeta Dante, l’intero Inferno è una «città dolente», allora la città di Dite è una città nella città, come lo è la Città degli Eroi del Limbo; per altri è la capitale dell’Inferno o l’intero Inferno Inferiore o, ancora, una fortezza posta al centro dell’Averno che custodisce le sepolture degli eresiarchi, una necropoli ispirata alle città, tutt’oggi esistenti, di Arles e Pola. Il presente saggio propone un rapido excursus storico-iconografico della città di Dite, partendo dai codici della tradizione miniata, entro e oltre l’antica vulgata, fino ad arrivare al XVI secolo e alle rappresentazioni che ne hanno dato i pittori Sandro Botticelli, Federico Zuccaro e Jan Van der Straet.
Iconografia di Dite. Rappresentazione della città dal XIV al XVI secolo
Rossella Martino
2021-01-01
Abstract
Per il sommo poeta Dante, l’intero Inferno è una «città dolente», allora la città di Dite è una città nella città, come lo è la Città degli Eroi del Limbo; per altri è la capitale dell’Inferno o l’intero Inferno Inferiore o, ancora, una fortezza posta al centro dell’Averno che custodisce le sepolture degli eresiarchi, una necropoli ispirata alle città, tutt’oggi esistenti, di Arles e Pola. Il presente saggio propone un rapido excursus storico-iconografico della città di Dite, partendo dai codici della tradizione miniata, entro e oltre l’antica vulgata, fino ad arrivare al XVI secolo e alle rappresentazioni che ne hanno dato i pittori Sandro Botticelli, Federico Zuccaro e Jan Van der Straet.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


