Oggigiorno tecniche di regolazione basate sulle behavioral sciences sono sempre più diffuse, in ambito pubblico e in ambito privato. Il nudging e i metodi di indirizzamento del comportamento messi in atto dai colossi del Web, i cosiddetti ‘capitalisti della sorveglianza’, sono esempi lampanti di tale fenomeno. La potenza pervasiva di questi strumenti è, inoltre, accresciuta dall’utilizzo delle più sofisticate tecnologie algoritmiche attualmente disponibili. Una tale tendenza risponde a un nuovo corso che ha interessato le democrazie liberali - trend analizzato in Europa e negli Stati Uniti ormai da due decenni - inteso quale giustificazione politica e morale di tecno-regolazioni che influenzano le scelte del singolo in cambio di benessere individuale e collettivo. Nel mio lavoro intendo, in primo luogo, analizzare nel dettaglio queste nuove forme di normatività, sia da un punto di vista fenomenologico, sia approfondendo in che modo entrano in contraddizione con i presupposti di senso del diritto liberale, quali l’autonomia, l’autodeterminazione e la responsabilità. In secondo luogo, mi prefiggo di indagare per quali motivi il diritto fatichi a limitare il potere di influenza degli agenti economici che si servono, soprattutto online, di queste forme di regolazione del comportamento e, infine, in che modo il legislatore liberale potrebbe utilizzare proprio il nudging come risposta regolativa, ad armi pari, alla manipolazione di massa.
Taroni M., Le nuove forme di normatività. Il diritto alla prova delle behavioral sciences, Mucchi Editore, Modena, 2025.
Marta Taroni
2025-01-01
Abstract
Oggigiorno tecniche di regolazione basate sulle behavioral sciences sono sempre più diffuse, in ambito pubblico e in ambito privato. Il nudging e i metodi di indirizzamento del comportamento messi in atto dai colossi del Web, i cosiddetti ‘capitalisti della sorveglianza’, sono esempi lampanti di tale fenomeno. La potenza pervasiva di questi strumenti è, inoltre, accresciuta dall’utilizzo delle più sofisticate tecnologie algoritmiche attualmente disponibili. Una tale tendenza risponde a un nuovo corso che ha interessato le democrazie liberali - trend analizzato in Europa e negli Stati Uniti ormai da due decenni - inteso quale giustificazione politica e morale di tecno-regolazioni che influenzano le scelte del singolo in cambio di benessere individuale e collettivo. Nel mio lavoro intendo, in primo luogo, analizzare nel dettaglio queste nuove forme di normatività, sia da un punto di vista fenomenologico, sia approfondendo in che modo entrano in contraddizione con i presupposti di senso del diritto liberale, quali l’autonomia, l’autodeterminazione e la responsabilità. In secondo luogo, mi prefiggo di indagare per quali motivi il diritto fatichi a limitare il potere di influenza degli agenti economici che si servono, soprattutto online, di queste forme di regolazione del comportamento e, infine, in che modo il legislatore liberale potrebbe utilizzare proprio il nudging come risposta regolativa, ad armi pari, alla manipolazione di massa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.