L’attività estrattiva di una installazione offshore ha una durata media di 30-40 anni; una volta esaurita la risorsa mineraria di un giacimento, la piattaforma entra nell’ultima fase del ciclo vitale, il decommissioning, in cui sono vagliate le possibili soluzioni di dismissione di una struttura che non risponde più alla funzione originaria. L’offshore è regolato, a livello internazionale, da convenzioni e trattati, in cui si delineano normative tecniche e requisiti specifici nella rimozione di piattaforme estrattive: si stabiliscono standard per rimozioni totali o parziali e si individua la possibilità di lasciare sul posto strutture, valutate caso per caso, che possano essere impiegate per altri usi, senza recare interferenze o danni ingiustificati alle altre attività del mare. Ogni Nazione sottoscrive queste linee guida adattando la propria legislazione a quella internazionale. La ricerca sul decommissioning delle piattaforme in Adriatico ci ha portato ad individuare alcuni possibili modi di riuso delle strutture a mare e di trasformazione e riqualificazione del paesaggio. Tali modalità si esplicano a partire da due fattori principali: la conoscenza del territorio, non solo quello costiero, e la raccolta di informazioni e di valutazioni economiche e ambientali. La ricerca restituisce una “foto del profilo dell’Adriatico” scattata nel 2000 e che, a distanza di 25 anni, racconta criticità irrisolte del sistema di piattaforme off-shore per l’estrazione di olio e gas, delle sorti di questo paesaggio industriale una volta terminate le funzioni estrattive, e anche delle opportunità non colte della dismissione e del riuso. Questi fattori, combinati e visualizzati su una carta topografica, mettono in risalto un paesaggio complesso ed articolato, atto ad innescare un meccanismo di rilancio ambientale, turistico ed economico del bacino Adriatico. Il Design del decommissioning delle piattaforme offshore in Adriatico, una volta terminata la loro funzione estrattiva, può agire su tre principali temi di progettazione sostenibile: -design della transizione: il passaggio dall'attuale paesaggio industriale ad un futuro assetto di “parco marittimo” deve essere immaginato per gradi crescenti di rinaturalizzazione e attraverso l’inserimento di nuove funzioni. -promozione territoriale e gestione del territorio: per favorire la transizione è necessario immaginare gli scenari che possono essere realizzati, costruire una visione di territorio interconnesso e realizzare la sua promozione. -design del riuso: l'eliminazione delle piattaforme non è l'unico scenario possibile e probabilmente neanche il più sostenibile. Attraverso una dettagliata analisi dello stato di fatto ed attraverso la presentazione di mirati esempi progettuali, il progetto di ricerca vuole esplorare una nuova visione di sistema interconnesso e sostenibile legato al paesaggio costiero, alla pesca, al turismo, alla ricerca scientifica. Quale potrebbe essere oggi il progetto per un nuovo profilo dell’Adriatico? La ricerca LE ISOLE ARTIFICIALI DELL’ADRIATICO nasce come tesi di laurea in progettazione architettonica (Brascugli–Romani, relatore P. Desideri, Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara). Vincitrice dell’Archiprix International, è in seguito sviluppata dallo Studio Ippozone Architetti attraverso approfondimenti e pubblicazioni scientifiche e di settore. Oggi il tema è più attuale che mai.

DECOMMISSIONING BY DESIGN: LE ISOLE ARTIFICIALI DELL’ADRIATICO Il progetto di trasformazione delle piattaforme offshore dell’Adriatico per la costruzione di un nuovo paesaggio

Raffaella Massacesi
2025-01-01

Abstract

L’attività estrattiva di una installazione offshore ha una durata media di 30-40 anni; una volta esaurita la risorsa mineraria di un giacimento, la piattaforma entra nell’ultima fase del ciclo vitale, il decommissioning, in cui sono vagliate le possibili soluzioni di dismissione di una struttura che non risponde più alla funzione originaria. L’offshore è regolato, a livello internazionale, da convenzioni e trattati, in cui si delineano normative tecniche e requisiti specifici nella rimozione di piattaforme estrattive: si stabiliscono standard per rimozioni totali o parziali e si individua la possibilità di lasciare sul posto strutture, valutate caso per caso, che possano essere impiegate per altri usi, senza recare interferenze o danni ingiustificati alle altre attività del mare. Ogni Nazione sottoscrive queste linee guida adattando la propria legislazione a quella internazionale. La ricerca sul decommissioning delle piattaforme in Adriatico ci ha portato ad individuare alcuni possibili modi di riuso delle strutture a mare e di trasformazione e riqualificazione del paesaggio. Tali modalità si esplicano a partire da due fattori principali: la conoscenza del territorio, non solo quello costiero, e la raccolta di informazioni e di valutazioni economiche e ambientali. La ricerca restituisce una “foto del profilo dell’Adriatico” scattata nel 2000 e che, a distanza di 25 anni, racconta criticità irrisolte del sistema di piattaforme off-shore per l’estrazione di olio e gas, delle sorti di questo paesaggio industriale una volta terminate le funzioni estrattive, e anche delle opportunità non colte della dismissione e del riuso. Questi fattori, combinati e visualizzati su una carta topografica, mettono in risalto un paesaggio complesso ed articolato, atto ad innescare un meccanismo di rilancio ambientale, turistico ed economico del bacino Adriatico. Il Design del decommissioning delle piattaforme offshore in Adriatico, una volta terminata la loro funzione estrattiva, può agire su tre principali temi di progettazione sostenibile: -design della transizione: il passaggio dall'attuale paesaggio industriale ad un futuro assetto di “parco marittimo” deve essere immaginato per gradi crescenti di rinaturalizzazione e attraverso l’inserimento di nuove funzioni. -promozione territoriale e gestione del territorio: per favorire la transizione è necessario immaginare gli scenari che possono essere realizzati, costruire una visione di territorio interconnesso e realizzare la sua promozione. -design del riuso: l'eliminazione delle piattaforme non è l'unico scenario possibile e probabilmente neanche il più sostenibile. Attraverso una dettagliata analisi dello stato di fatto ed attraverso la presentazione di mirati esempi progettuali, il progetto di ricerca vuole esplorare una nuova visione di sistema interconnesso e sostenibile legato al paesaggio costiero, alla pesca, al turismo, alla ricerca scientifica. Quale potrebbe essere oggi il progetto per un nuovo profilo dell’Adriatico? La ricerca LE ISOLE ARTIFICIALI DELL’ADRIATICO nasce come tesi di laurea in progettazione architettonica (Brascugli–Romani, relatore P. Desideri, Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara). Vincitrice dell’Archiprix International, è in seguito sviluppata dallo Studio Ippozone Architetti attraverso approfondimenti e pubblicazioni scientifiche e di settore. Oggi il tema è più attuale che mai.
2025
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/867734
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact