La magia, nelle sue varie forme, è stata una delle principali scoperte degli studi rinascimentali nel Novecento. Studi importanti quali "Giordano Bruno e la tradizione ermetica" di F. A. Yates, hanno del resto contribuito a mettere a fuoco in modi originali l'epoca umanistico-rinascimentale, valorizzando i molteplici modelli di sapere all'epoca messi a fuoco; ma proprio questi temi, progressivamente trasformati in moda culturale, hanno finito per perdere ogni connotazione storica, fino ad accomunare, sul filo di interessi condivisi per l'antica sapienza delle origini, esperienze e riflessioni spesso divergenti. E' il caso du Ficino e Bruno, nei quali numerosi interpreti hanno valorizzato una uguale attenzione per la magia ermetica. Inserendosi in questo orizzonte di ricerca, il saggio intende invece mostrare come il recupero dell'antico sapere innervi, in Ficino e Bruno, una riflessione che si orienta in prospettive opposte sia per quanto concerne lo spettro di possibilità che si dischiude all'agire umano sia per quanto riguarda il concetto stesso di eccellenza dell'uomo. Utilizzando il sintagma "eroe o demone", Ficino individua nel sapere magico la controparte operativa di una dignità umana incardinata sulla struttura ontologica dell'universo e coglie nel demone il "medium" che non soltanto congiunge l'azione umana alle grandi forze cosmiche, ma che rende altresì possibile l'ascesa con cui l'anima eroica del saggio si assimila in ultimo all'immutabile sapienza divina. Utilizzando la fonte ficiniana iin prospettive mutata, Bruno configura invece, attraverso una originale sintesi di spunti neoplatonici e origeniani, il modello di una eccellenza eroica che si compie al di fuori di ogni ordine garantito e circoscrive così, progressivamente, il ruolo giocato dai demoni sia nell'opera del mago sia nel travaglio del filosofo.
Eroi e demoni tra Ficino e Bruno
TIRINNANZI, NICOLETTA
2007-01-01
Abstract
La magia, nelle sue varie forme, è stata una delle principali scoperte degli studi rinascimentali nel Novecento. Studi importanti quali "Giordano Bruno e la tradizione ermetica" di F. A. Yates, hanno del resto contribuito a mettere a fuoco in modi originali l'epoca umanistico-rinascimentale, valorizzando i molteplici modelli di sapere all'epoca messi a fuoco; ma proprio questi temi, progressivamente trasformati in moda culturale, hanno finito per perdere ogni connotazione storica, fino ad accomunare, sul filo di interessi condivisi per l'antica sapienza delle origini, esperienze e riflessioni spesso divergenti. E' il caso du Ficino e Bruno, nei quali numerosi interpreti hanno valorizzato una uguale attenzione per la magia ermetica. Inserendosi in questo orizzonte di ricerca, il saggio intende invece mostrare come il recupero dell'antico sapere innervi, in Ficino e Bruno, una riflessione che si orienta in prospettive opposte sia per quanto concerne lo spettro di possibilità che si dischiude all'agire umano sia per quanto riguarda il concetto stesso di eccellenza dell'uomo. Utilizzando il sintagma "eroe o demone", Ficino individua nel sapere magico la controparte operativa di una dignità umana incardinata sulla struttura ontologica dell'universo e coglie nel demone il "medium" che non soltanto congiunge l'azione umana alle grandi forze cosmiche, ma che rende altresì possibile l'ascesa con cui l'anima eroica del saggio si assimila in ultimo all'immutabile sapienza divina. Utilizzando la fonte ficiniana iin prospettive mutata, Bruno configura invece, attraverso una originale sintesi di spunti neoplatonici e origeniani, il modello di una eccellenza eroica che si compie al di fuori di ogni ordine garantito e circoscrive così, progressivamente, il ruolo giocato dai demoni sia nell'opera del mago sia nel travaglio del filosofo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.