Rileggendo Maestro Gregorio: continuità e mutamenti nel discorso su Roma nel XIII secolo

Il testo “De mirabilibus urbis Romae” dell’inglese magister Gregorius (fine XII-inizi XIII secolo) gode della lusinghiera considerazione di precoce testimonianza dell’affacciarsi di valori umanistici, quali l’apprezzamento dell’arte classica, la ricerca di fonti veritiere sul passato di Roma, la critica delle opinioni correnti. Un riesame del testo, rivolto più che all’individuazione delle opere descritte, alla sua struttura, alle sue caratteristiche e alla sua possibile destinazione rivela al contrario un’adesione incondizionata alle convenzioni letterarie del tempo, più attente alle regole della retorica che alla novità dei contenuti. Un’apertura verso le possibilità della ricerca storica trapela dall’individuazione della committenza flavia del Colosseo operata da Gregorius: frutto casuale e inconsapevole dell’attenta lettura degli storici di età romana, che solo con Petrarca, unita all’esame dei monumenti, consentirà un’umanistica ricostruzione del passato classico.