Nei "Pensieri vari su economia e diritto" Capograssi si concentra sul tema dell'utile, un argomento non nuovo nella sua speculazione e che tornerà ad interessarlo negli anni successivi; la particolare angolatura dalla quale i "Pensieri" affrontano il tema è quella di una riflessione economico-giuridica, che si cala in profondità per indagare in pienezza il significato dell'utile nell'esperienza pratica. Contro ogni tentativo riduzionistico, Capograssi nei "Pensieri" celebra l'utile come fine costitutivo dell'agire umano, niente affatto inferiore ad altri per dignità e importanza; alla luce di questa convinzione, nello scritto è riabilitata l'ipotesi edonistica cara agli economisti classici, un'ipotesi che consentirebbe per Capograssi di cogliere la specificità dell'agire economico, evitando un'indebita estensione della logica che lo governa ad ogni forma di azione. D'altra parte, Capograssi critica severamente l'utilitarismo, che proprio nell'edonismo ha uno dei suoi capisaldi, e rifiuta di concepire l'agire economico come mero frutto di una ragione calcolante. Stando a quanto Capograssi afferma nei "Pensieri", l'utilitarismo rappresenterebbe la concezione più inadeguata della natura dell'attività economica; a supporto di questa affermazione, ben argomentata sul piano logico, Capograssi introduce un elemento per così dire "esistenziale", l'esperienza diretta di J. S. Mill di una "secchezza" dell'utilitarismo e della sua inefficacia motivazionale. Colpisce il rilievo dato da Capograssi alla personalità piuttosto che all'opera di Mill, quasi che l'esperienza concreta di vita narrata da quest'ultimo nell'Autobiografia sia la prova migliore della tesi che egli intende sostenere.
Capograssi e l'utilitarismo. Una nota su John Stuart Mill
DI BIASE, Giuliana
2008-01-01
Abstract
Nei "Pensieri vari su economia e diritto" Capograssi si concentra sul tema dell'utile, un argomento non nuovo nella sua speculazione e che tornerà ad interessarlo negli anni successivi; la particolare angolatura dalla quale i "Pensieri" affrontano il tema è quella di una riflessione economico-giuridica, che si cala in profondità per indagare in pienezza il significato dell'utile nell'esperienza pratica. Contro ogni tentativo riduzionistico, Capograssi nei "Pensieri" celebra l'utile come fine costitutivo dell'agire umano, niente affatto inferiore ad altri per dignità e importanza; alla luce di questa convinzione, nello scritto è riabilitata l'ipotesi edonistica cara agli economisti classici, un'ipotesi che consentirebbe per Capograssi di cogliere la specificità dell'agire economico, evitando un'indebita estensione della logica che lo governa ad ogni forma di azione. D'altra parte, Capograssi critica severamente l'utilitarismo, che proprio nell'edonismo ha uno dei suoi capisaldi, e rifiuta di concepire l'agire economico come mero frutto di una ragione calcolante. Stando a quanto Capograssi afferma nei "Pensieri", l'utilitarismo rappresenterebbe la concezione più inadeguata della natura dell'attività economica; a supporto di questa affermazione, ben argomentata sul piano logico, Capograssi introduce un elemento per così dire "esistenziale", l'esperienza diretta di J. S. Mill di una "secchezza" dell'utilitarismo e della sua inefficacia motivazionale. Colpisce il rilievo dato da Capograssi alla personalità piuttosto che all'opera di Mill, quasi che l'esperienza concreta di vita narrata da quest'ultimo nell'Autobiografia sia la prova migliore della tesi che egli intende sostenere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.