Le ricerche sulla “terra cruda” hanno preso avvio da indagini inerenti la conoscenza delle tecnologie locali per la costituzione di un archivio delle tecniche, ritenuto fondamentale per ogni intervento di recupero e manutenzione del “riscoperto” patrimonio esistente. Un successivo aspetto della ricerca, inerente la costruzione in crudo, è stato volto ad approfondimenti sulle "qualità" con lo scopo di sollecitare una nuova "domanda". L’attuale dibattito sulla sostenibilità, che riguarda anche il progetto e la costruzione di manufatti, ha individuato, infatti, un argomento in grado di connettere gli studi sul patrimonio in crudo alle ricerche sui materiali e sui modelli costruttivo-strutturali più sostenibili. Il primo passo è stato quindi quello di riconoscere -e dimostrare- il livello di sostenibilità degli edifici in terra cruda, ad esempio attraverso un LCA di edificio in relazione alla performance di altri prodotti di uso corrente. A questo aspetto, poi, è strettamente connesso quello della “produzione” di materiali e componenti per concretare le costruzioni in un ambito di sostenibilità. La riflessione sul tipo di industria cui fare riferimento è indispensabile; è auspicabile infatti, l’introduzione di un modello di ecologia industriale e una sua diffusione capillare per abbattere il forte "peso ambientale" derivato dal trasporto, in termini sia di consumi di energia sia di inquinamento. Una promozione per l’inserimento, da parte delle industrie produttrici di laterizi già operanti, di "linee di crudo" nella loro filiera produttiva, sarebbe già un primo passo. Il terzo argomento introduce ad una politica locale dei materiali; questione già auspicata a livello nazionale fin dai primi anni '70, ma non ancora intesa e ancor meno sviluppata nel tener presenti i parametri, già da allora molto chiari, per migliorare la qualità dell'ambiente, conservare le risorse naturali e paesaggistiche, nonché per sviluppare tecnologie più efficaci per il loro impiego e stabilirne il rifornimento, l'utilizzazione, il recupero e lo scarto.

IL RECUPERO DELLE CASE DI TERRA: DALLA CONOSCENZA DELLE TECNICHE TRADIZIONALI ALL'INNOVAZIONE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

FORLANI, Maria Cristina
2009-01-01

Abstract

Le ricerche sulla “terra cruda” hanno preso avvio da indagini inerenti la conoscenza delle tecnologie locali per la costituzione di un archivio delle tecniche, ritenuto fondamentale per ogni intervento di recupero e manutenzione del “riscoperto” patrimonio esistente. Un successivo aspetto della ricerca, inerente la costruzione in crudo, è stato volto ad approfondimenti sulle "qualità" con lo scopo di sollecitare una nuova "domanda". L’attuale dibattito sulla sostenibilità, che riguarda anche il progetto e la costruzione di manufatti, ha individuato, infatti, un argomento in grado di connettere gli studi sul patrimonio in crudo alle ricerche sui materiali e sui modelli costruttivo-strutturali più sostenibili. Il primo passo è stato quindi quello di riconoscere -e dimostrare- il livello di sostenibilità degli edifici in terra cruda, ad esempio attraverso un LCA di edificio in relazione alla performance di altri prodotti di uso corrente. A questo aspetto, poi, è strettamente connesso quello della “produzione” di materiali e componenti per concretare le costruzioni in un ambito di sostenibilità. La riflessione sul tipo di industria cui fare riferimento è indispensabile; è auspicabile infatti, l’introduzione di un modello di ecologia industriale e una sua diffusione capillare per abbattere il forte "peso ambientale" derivato dal trasporto, in termini sia di consumi di energia sia di inquinamento. Una promozione per l’inserimento, da parte delle industrie produttrici di laterizi già operanti, di "linee di crudo" nella loro filiera produttiva, sarebbe già un primo passo. Il terzo argomento introduce ad una politica locale dei materiali; questione già auspicata a livello nazionale fin dai primi anni '70, ma non ancora intesa e ancor meno sviluppata nel tener presenti i parametri, già da allora molto chiari, per migliorare la qualità dell'ambiente, conservare le risorse naturali e paesaggistiche, nonché per sviluppare tecnologie più efficaci per il loro impiego e stabilirne il rifornimento, l'utilizzazione, il recupero e lo scarto.
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